5 Domande: Francesco Addeo
Oggi la tortura delle 5Domande tocca a Francesco Addeo, membro del 4F (Fechter’s Finger Flicking Frolic), redattore su la rivista Magia Moderna ed autore del libro Dietro la Magia. Potete saperne di più visitando il suo sito web http://www.francescoaddeo.it o il suo interessantissimo blog http://www.leconfidenzediunillusionista.wordpress.com/
Con la maturità nasce il bisogno di ricercare, nell’illusionismo, la vera magia: non un prestigio fine a se stesso, ma “un’esperienza” che tocchi nell’intimo lo spettatore . La trova nel “mentalismo”, una forma di intrattenimento magico, nel quale l’illusionista predilige le tecniche psicologiche all’abilità manuale per creare le proprie illusioni. Oltre ad essere filosoficamente opposta alla concezione classica del prestigiatore, questa disciplina impone all’illusionista (mentalista) di puntare verso l’assoluta economia del gesto, la ricerca estetica e la totale simpatia/empatia col proprio pubblico. (Dal sito http://www.francescoaddeo.it/biografia.htm)
1)come ti sei avvicinato alla prestigiazione?
Credo di essermi appassionato di illusionismo guardando la tv, così come è capitato a tutti i ragazzi della mia generazione. A cavallo tra gli anni ’80 e ’90 il rapporto tra illusionismo e televisione era molto diverso e c’era molto rispetto verso questa forma di spettacolo. Silvan, Binarelli ed Alexander erano molto spesso in video, a loro veniva concesso il giusto spazio (i tempi televisivi erano anche differenti e più consoni ad un atto magico) e alle loro performances era riservata la giusta attenzione. Passai l’adolescenza registrando e riguardando le esibizioni in TV di questi Maestri e, successivamente, anche quelle di Aurelio Paviato. Le riguardavo fino a quando riuscivo a trovare una mia soluzione per replicare quello che avevo visto.
Niente internet, niente tutorial.
Fu cosi che “inventai” la doppia presa, la conta di Elmsley, il convincing control, l’impalmaggio classico, il gambler’s cop… La svolta però la ebbi “incontrando” Aurelio Paviato. Utilizzo le virgolette perchè fu un incontro telefonico. Durante quella telefonata Aurelio mi spiegò “come” potevo studiare e da dove: mi diede il numero della “Porta Magica” (già! Quello che oggi può sembrare banale – all’epoca non c’era internet e la realtà magica era molto più ermetica – per me fu un grandissimo aiuto.) Da quel momento ebbi finalmente accesso, con grandissimi sacrifici, a testi specifici che mi permisero di intraprendere quel percorso che mi ha portato al professionismo (prima di allora la maggior parte dei segreti di cui ero a conoscenza erano custoditi nel libro “Sbalordire con i Giochi di prestigio” – Patrick Page – De Vecchi Editore acquistato in una normalissima libreria.)
2) il momento che ricordi piu’ intensamente della tua esperienza da prestigiatore.
A pensarci su i momenti sono tanti e diversi. Sicuramente gli eventi belli e positivi sono stati di gran lunga più numerosi ed importanti di quelli negativi. Tuttavia credo che le occasioni in cui “qualcosa non funziona come dovrebbe” siano quelle che hanno maggiore valore formativo. L’importante è digerire il fallimento e poi analizzarne le cause…per evitare che si verifichino di nuovo. Se però devo proprio sceglierne uno, direi che fu quello in cui Silvan mi fece sinceri e generosi complimenti dopo aver assistito ad un mio spettacolo a teatro, accettando poi di scrivere la prefazione al mio libro “Dietro la Magia” (la prefazione del libro, a cura del Maestro, si può leggere qui). Per questo non smetterò mai di ringraziarlo.
3) quali sono i personaggi che ti hanno influenzato di piu’ ed in che modo?
Rischierò di ripetermi: Silvan, Binarelli, Alexander ed Aurelio Paviato. L’imprinting è quello. Non ti so dire “come” mi abbiano influenzato. Anzi, forse si. Ho avuto modo di conoscerli attraverso le loro esibizioni che ho riguardato allo sfinimento ed interiorizzato, ed essendo tutti dei veri artisti, ognuno con le sue peculiarità, ciascuna delle loro creazioni riflette la loro filosofia….: ecco!Loro hanno contribuito a formare il mio modo di “pensare la magia”. Credo che questo sia un concetto fondamentale, probabilmente ciò che separa il mestierante dall'”artista”.
4) quale aspetto della nostra arte preferisci?
Credo che tutti gli “aspetti” abbiano il proprio fascino, e tutti mi stanno a cuore in egual modo. A livello strettamente tecnico, credo non si possa prescindere da nessun “aspetto” perchè tutti contribuiscono alla creazione dell’Illusione. Se invece guardo agli aspetti “accessori”, mi gratifica molto l’aspetto relazionale col pubblico, che sia di profani, negli spettacoli pubblici, che di addetti ai lavori, nel caso tenga una conferenza.
5) quali sono i tuoi progetti futuri?
Fino ad ora sono stato molto fortunato: godo dell’amicizia e della stima di quei personaggi che guardavo con ammirazione in TV quando ero un ragazzino, insieme a quella di molti grandi illusionisti di tutto il mondo. Per me questo è già molto, ed è un traguardo che ha superato di gran lunga le mie migliori aspettative riguardo a quello che era solo un gioco adolescenziale. Cercherò di continuare a lavorare come ho fatto fin’ora, cercando di fare il meglio che posso e non accontentandomi di intraprendere la strada più semplice. Ritengo che questo sia il minimo che possa fare per onorare “la Magia”, che mi ha dato tutto quello che ho, e per rispettare il pubblico che sceglie di pagare un biglietto per assistere ad un mia esibizione. Questo è quello che mi prefiggo. Questa è la mia strada. Se poi da questo impegno dovesse uscirne fuori qualcosa di buono…ti assicurò che sarai tra i primi a saperlo.
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