5 Domande: Lilyth
Lilyth è una delle poche illusioniste italiane ma soprattutto è una delle pochissime trasformiste. E’ sicuramente una delle prime nel nostro paese ad essersi cimentata in questa arte cosi’ particolare. Potete conoscere di più sul suo sito http://www.lilyth.eu/
Nasce a Torino, la città magica per eccellenza e il suo percorso artistico la vede nelle prime esperienze nel ruolo di assistente di un prestigiatore, per poi intraprendere nel tempo una carriera da solista che l’ha portata ad esibirsi in molti prestigiosi teatri Italiani, centri di spettacolo come casino’, palazzetti dello sport o locali storici del cabaret come Zelig, il Caffe’ Teatro , CAB 41 etc..
Finalista per tre anni consecutivi al Campionato Italiano di Magia di Saint Vincent, Lilyth vanta un repertorio che spazia dal trasformismo, alla magia da scena, alla micromagia. I suoi numeri sono particolari, caratterizzati da una grande fantasia e da un modo assolutamente originale di interpretare la magia. La sua originalita’ gli e’ valsa diversi passaggi televisivi nelle reti nazionali Rai e Mediaset, l’ultima a settembre 2013 nella trasmissione “Detto Fatto” su RAI DUE.
1) come ti sei avvicinata alla prestigiazione?
Come spesso capita alle donne, ho iniziato come assistente di un prestigiatore. Ho conosciuto cosi’ il Circolo Amici della Magia di Torino, uno dei piu’ prestigiosi circoli magici Italiani ed internazionali, un luogo affascinante e misterioso con cui mi sono sentita immediatamente in sintonia.
Con il tempo poi, il ruolo di assistente ha cominciato a starmi stretto, ed ho iniziato a cercare una mia strada da protagonista, iniziando a cimentarmi in un’arte che poteva esaltare la mia femminilita’ e la mia fantasia, come il trasformismo.
Poi, ho incominciato a frequentare il laboratorio di scena del Circolo Amici della Magia, dove ho potuto crescere professionalmente e dove ho potuto dare pieno sfogo alla mia fantasia.
2) il momento che ricordi piu’ intensamente della tua esperienza da prestigiatore.
Questa passione mi ha regalato tante soddisfazioni e mi ha permesso di vivere moltissime emozioni positive.
Ma il momento che piu’ mi e’ rimasto impresso nel cuore, e’ una telefonata assolutamente inaspettata di Arturo Brachetti nella quale mi chiedeva di interpretare un personaggio femminile in una sua coreografia realizzata per l’ouverture di un galà internazionale di magia.
L’emozione derivava non tanto dal tipo di ruolo, quanto dal fatto di stare nello stesso palco con l’artista che rappresenta per me un mito assoluto. Ho potuto provare le scene con lui, vivere la sua professionalita’ e la sua attenzione ad ogni particolare, ho potuto sentire l’atmosfera che si respira quando si lavora con un artista del suo calibro.
3) Quali sono i personaggi che ti hanno influenzato di piu’ ed in che modo?
Inizialmente il mio modello sono stati gli artisti circensi dell’Europa dell’est che praticavano per tradizione l’arte del Quick Change.
Ma poi nel tempo sono rimasta affascinata dal modo in cui Arturo Brachetti interpretava quest’arte.
Infatti uno dei primi passi che ho intrapreso e’ stato quello di esibirmi da sola sul palco, rinunciando ad i canoni tradizionali del Quick Change che prevedevano la presenza di un partner maschile in scena.
Tecnicamente mi sono sicuramente complicata la vita .. ma il risultato visuale era estremamente piu’ efficace .. potevo concentrarmi su me stessa , sul mio modo di essere … ero piu’ libera di essere i personaggi che volevo interpretare.
Il fatto di essere riuscita a creare un numero di trasformismo in cui io sia da sola in scena, mi ha fatto inorgoglire anche come donna, dimostrando che anche noi possiamo essere protagoniste nel campo magico.
4) quale aspetto della nostra arte preferisci?
Ho una visone della magia un po’ in controtendenza, nella quale non e’ solo importante l’effetto magico di per se, ma e’ importante la magia dello spettacolo . Per essere “magici” non e’ necessario essere maghi .. la magia e’ in ogni cosa che facciamo sul palco.
Un esempio del mio modo di interpretare quest’arte e’ rappresentato forse dal mio numero “ la scatola dei sogni” .
Il numero di basa su un classico della magia .. una scatola apparentemente vuota dalla quale il mago estrae molti oggetti.
Io ho pensato a questo effetto in maniera differente .. non volevo che uscissero degli oggetti .. ho pensato che sarebbe stato piu’ magico per una trasformista se fossero usciti dalla scatola dei personaggi …
Quindi grazie al doppiaggio di una grandissima attrice come Vanessa Giuliani, ho creato partendo da un classico gioco di magia un numero totalmente differente .. un numero emozionale .. teatralmente piu’ completo.. piu’ magico … in cui dalla scatola escono quei componenti che permettono a me di diventare tanti differenti personaggi.
5) quali sono i tuoi progetti futuri?
Mi piace immaginare il mio futuro a disposizione della fantasia, senza programmi o schemi preordinati. Partecipare a galà e concorsi è qualcosa che mi esalta e mi tiene “ magicamente viva”, ed è proprio da questo che traggo motivazioni ed ispirazione per provare a migliorarmi continuamente .
In questa prospettiva e’ fondamentale l’opera del mio direttore artistico, Tiziano Berardi , che gestisce il laboratorio di scena del Circolo Amici della Magia, e che mi aiuta a concretizzare le mie idee ed a renderle sempre piu’ magiche.
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Fabio Cuccè liked this on Facebook.