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Adrien Quillien #Intervista

Tra i molti protagonisti presenti nell’edizione di “Abracadabra” appena conclusasi ce ne era uno che, in particolar modo, solleticava la mia curiosità di regista avendo visto diversi suoi filmati online nei vari socials.

Solitamente i gala di magia si chiudono con le Grandi Illusioni, in questa edizione di “Abracadabra” è stata fatta una scelta diversa che ho apprezzato molto perché terminare uno show con un numero spettacolare e travolgente come quello di Quillien credo sia perfetto e innovativo.

Azione, ritmo, musica sempre più incalzante innestata sullo stesso motivo (Puttin On The Ritz) con diverse rimodulazioni ritmiche, la rielaborazione dei bussolotti tra cocktails, fiamme libere e fuochi di artificio rendono questo atto uno dei più memorabili che io abbia mai visto.

Personalmente credo che il mondo magico sia a un punto dove azione scenica, musica, ritmo, rapporto tra  tecnica e narrazione debbano essere un’unica cosa per cui un artista come Adrien Qullien (nel 2017 ha vinto il primo premio per la Magia da scena in Francia) non solo mi interessava, ma gli ho chiesto anche la gentilezza di rispondere ad alcune curiosità per il nostro portale.

Quando ti sei avvicinato al gioco di prestigio?

I miei genitori sono entrambi artisti, quindi sono cresciuto in un mondo di spettacoli, tournée, back stage, reakizzazione di scene e camerini.
Mio padre lavora a Las Vegas da molto tempo, quindi ho avuto la possibilità di vedere molti spettacoli da ragazzo.

Hai avuto un insegnante o hai seguito corsi in circoli di magia?

Non proprio; mio padre mi insegnò i primi trucchi e poi mi regalò un po’ del suoi vecchi libri (Remi Cellier)
Su questo si è innestata la mia curiosità e una ricerca personale.
Non ho mai sognato di diventare un mago, lo facevo solo per attirare l’attenzione della gente perché la magia è il miglior rompighiaccio del mondo.

Ovviamente incontrare persone è la cosa più importante e infatti cominciai davvero a migliorare la mia magia quando entrai nel mio primo club di magia: Cercle Magique de Paris. Questo, però, è successo molto tardi nella mia vita, dopo un lungo viaggio… per il mondo.

Quando sei diventato bartender?

Il mio sogno era di lavorare in un ristorante, e infatti quello è stato il mio primo lavoro (avevo 15 anni) in un caffè francese con mio zio.
Grazie a questo semplice sogno riuscii a guadagnare soldi e a iniziare a viaggiare per il mondo. Bartender lo divenni realmente quando incontrai il mio maestro di cocktail a Parigi. È stato l’italiano Marco Caldone a trasmettermi tutto lo scibile.

Come ti è venuta l’idea di unire la figura del prestigiatore a quella di acrobatic bartender?

Nel 2012 iniziai a fare il giocoliere per strada e la gente mi donava dei soldi. Così ideai il mio primo show da strada mescolando giocoleria e un po’ di numeri di magia e iniziando a viaggiare in giro per l’Europa.
A essere onesti non era proprio bravo e tutto era molto complicato dal peso degli oggetti di scena e di tutto il materiale che dovevo trasportare con me.
Quindi spinsi sul lato magico dimenticandomi dei cocktails.

Un giorno mi trovavo in Australia e il mio migliore amico riuscì a mandarmi un piccolo regalo per il mio compleanno. Si trattava di una versione davvero economica del trucco dei bussolotti. Era tutto di plastica e di tre colori: rosso, giallo e blu. Assimilai rapidamente le basi dei movimenti, ma, nello stesso tempo, immaginai immediatamente il potenziale che questo atto poteva avere dietro il bancone da bar con shaker e materiale da cocktail.

Il tuo numero è la reinterpretazione alcolica e sgargiante dei bussolotti. E allora è possibile rivisitare e modificare i classici numeri magici dando loro una nuova vita?

Sicuramente non sono stato il primo a pensare di realizzare una rielaborazione dei bussolotti con gli shaker, ma ho avuto l’occasione per integrare tutto ciò che mi piaceva fare:  ballo, giocoleria, fuochi di artificio e lancio di coriandoli 😀 .

Sono certo che le mie esperienze fatte nel periodo che lavoravo in strada mi siano state molto di aiuto perché è per me una delle scuole più difficili. Se non attiri l’attenzione delle persone, loro non si fermano, non restano a guardare e tu non guadagni soldi. Quindi devi trovare una buona formula.

Adoro l’arte contemporanea, funziona per tutta l’arte, quindi perché non la magia, non è mai troppo tardi per reinventare un trucco o una routine.

Come consideri il mondo della magia? È ancora rilevante nel 2024? Cosa è cambiato rispetto al passato e cosa ci aspetta?

Come al solito, il nuovo tempo equivale a nuova tecnologia, nuova moda, nuove persone e c’è sempre il lato buono e quello cattivo. Mi dispiace un po’ che con il telefono la gente pensi di vedere tutto e non vada più molto agli spettacoli live, è più facile stare sul divano con lo smartphone in mano.

Ma d’altro canto per un artista che esplosione creativa! Social, media per l’autopromozione, strumenti per creare idee straordinarie, stampa 3D, accesso alla conoscenza infinita, possibilità di entrare in contatto con chiunque al mondo tutto ciò è pazzesco.

L’artista troverà sempre nuovi modi per farci sentire emozioni.

Noti approcci diversi al mondo magico da un paese all’altro o, secondo te, ci sono delle affinità?

Il mondo è così grande e noi maghi siamo così pochi. Condividiamo però tutti la stessa passione: creare l’impossibile. Visto che vivo in una grande città ho accesso a molti spettacoli e questo mi aiuta molto a migliorare il mio lavoro e a trovare nuove idee interessanti. La magia non riguarda il paese, ma le persone 🙂

Esiste una diversità di insegnamento con i giovani che oggi hanno a che fare con i social media?

Naturalmente mi auguro che più giovani vadano nei clubs di magia e mantengano la fiamma alta e forte, ma cambiano anche i tempi e anche il modo di apprendere.

Per me l’arte magica non è un’arte per il video, è una cosa dal vivo. Al giorno d’oggi con i video si può fingere di tutto… ma dal vivo è un’altra cosa, vorrei avere la soluzione perché le persone stiano più insieme, quelle tecnologie sono davvero pratiche, ma pericolosissime per la socialità.

Cos’è per te la magia?

Ogni cosa può essere magica, ognuno di noi ha la propria sensibilità, ma per me la magia è il momento bellissimo che si vive.
La luna piena è magica, un sacchetto di plastica che vola come un tornado è magico, la vita è magica…

Qualcosa di sorprendente e bellissimo!

Consigli per chi si avvicina a quest’arte?

Fai tutto tranne la magia 🤣, vai a ballare, vai a un corso di recitazione, improvvisazione, giocoleria, pittura, qualunque cosa.

I trucchi sono solo uno strumento, ma bisogna affinare l’originalità e per questo serve quanta più esperienza possibile. Non copiare, ispirati, personalizza la tua strada, vai a vedere gli spettacoli, non solo di magia, ma di danza, teatro contemporaneo, classico, commedia, circo… tutto alimenterà l’artista che è in te.

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