Erdnase, il misterioso esperto al tavolo da gioco
Di Roberto Bombassei
Sono passati esattamente trentanove anni da quando ricevetti il mio secondo libro per imparare magia. Il primo, ricevuto per regalo da mia cugina Annalisa, era il celebre “Manuale di Silvan”. Ma questo, il secondo, aveva una particolarità unica: era completamente dedicato alla magia da eseguire con le carte da gioco.
“Magie delle carte”, scritto in maniera colta dall’ammiraglio Carlo Rossetti, era una vera e proprio enciclopedia delle tecniche e degli effetti da eseguire integralmente con solo cinquantadue bellissime assistenti: un mazzo di carte.
Ma oltre che effetti, quello che mi colpì di più era l’enorme bibliografia nei capitoli finali. L’ Ammiraglio, uomo colto, aveva inserito una straordinaria lista di libri che erano in circolazione al suo tempo. Leggevo e studiavo a memoria ogni volume, desiderando inconsciamente di diventare, un giorno, il custode di tutti loro.
Ma uno in particolare prese la mia immaginazione da bambino. L’Ammiraglio lo descrisse così:
“Questo classico lavoro, che ben si potrebbe definire un manuale teorico e pratico per i bari di professione, contiene la più diffusa e completa esposizione delle varie manipolazioni in uso tra i giuocatori di vantaggio per aiutare la fortuna. A differenza dell’opera di Maskelyne, “ Sharps and flats” che si occupa essenzialmente dei mezzi meccanici ( contrassegni ed apparecchi), questo dell’ Erdnase si limita ai soli risultati ottenuti con la destrezza delle mani. La sua lettura perciò è di grande utilità, oltre che a quanti desiderino essere preavvertiti delle possibili manovre fraudolenti di eventuali compagni di giuoco , anche ai prestigiatori, che ivi troveranno l’indicazione di molte mosse ed astuzie di grande giovamento per le oro ,più innocenti , esercitazioni.”
Era il libro che desideravo leggere, lo sognavo di notte, anche se, pensavo tra me e me, di lingua inglese, non sapevo neanche una parola.
Passò un anno o due ma un giorno, a Milano, grazie a Vanni Bossi, il libro arrivò. Me lo consegno personalmente il leggendario Lamberto Desideri dicendomi “e ora buon studio”. Non persi tempo. Iniziai a leggerlo, tenendo alla mia destra un vocabolario inglese – italiano. Con una matita segnavo sopra alle parole in lingua inglese. La traduzione in italiano. Ci vollero parecchi pomeriggi ma alla fine avevo tradotto tutto il libro. E iniziai a studiare.
Le tecniche erano descritte in maniera superba. Alcune erano meravigliose, altre un po’ difficili. Ma le volevo imparare tutte. Così come gli effetti. Sono passati 39 anni, alcune frasi da Lui scritte le ho imparate a memoria, ma quel libro dal titolo “l’esperto al tavolo da gioco”, scritto dal misterioso S.W.Erdnase rimane un libro che ancora oggi rileggo volentieri. Ogni volta imparo qualcosa di nuovo. Dalla sua pubblicazione rimane il dubbio e il mistero sulla vera identità dell’autore.
Chi era Erdnase?
Dal 1902 ad oggi, molte persone si sono cimentate e hanno ricercato la sua vera identità. Partiamo da un dato di fatto: S.W.Erdnase è uno pseudonimo. S.W. Erdnase scritto al contrario è “ES Andrews”, portando molti investigatori a cercare persone di nome Andrews come possibili candidati.
Perché un autore avrebbe dovuto usare uno pseudonimo? Forse perché era probabilmente un modo per l’autore di nascondere la sua vera identità in modo da non essere arrestato, poiché le leggi federali dell’epoca proibivano la pubblicazione e la distribuzione di materiale “osceno”? Oppure semplicemente perché non voleva farsi riconoscere al di fuori del suo ambiente?
Il primo che iniziò ad indagare fu Martin Gardner. Propose che l’autore fosse un piccolo truffatore di nome Milton Franklin Andrews.
Un altro sostenitore che ha sviluppato questa teoria è stato Barton Whaley, nel suo libro “The Man Who Was Erdnase”, che contiene interviste a testimoni oculari degli anni ’40. Secondo Whaley, il misterioso Andrews era ricercato dalla polizia per essere interrogato in relazione a un’inchiesta per omicidio. Quando la polizia ha trovato Andrews, si è sparato a morte dopo aver sparato a morte alla sua compagna. Andrews aveva solo 33 anni, come affermato nel libro.
Questa è la storia raccontata su un sito ufficiale: “È il 6 novembre 1905. La polizia ha circondato una stanza al 748 di McAllister Street. Nascosto nella stanza c’è Milton F. Andrews, un famigerato baro e probabile serial killer.
Nato nel Connecticut nel 1872, Andrews si interessò presto alla magia e alla manipolazione delle carte e divenne un giocatore d’azzardo professionista a 18 anni. Nel 1900 era uno dei migliori bari del paese.
Nel 1902 un uomo che si faceva chiamare SW Erdnase pubblicò “The Expert at the Card Table“. Questo libro di 143 pagine spiega e dimostra le tecniche di “mescolamento”, “spostamento” e giochi di prestigio utilizzate dai bari e maghi.
Nel 1903, Andrews era all’apice della sua carriera, rivendicando un reddito annuo di oltre $ 20.000 (del valore di $ 600.000 oggi). Ma la vita da truffaldina aveva preso la sua vita. Aveva sviluppato seri problemi digestivi e un temperamento furioso.
Iniziò con Bessie Boutin, una prostituta con un gusto per il lusso. Litigavano spesso per il suo bere e per la sua gelosia. Nell’ottobre 1904 Boutin scomparve a Denver e Andrews lasciò la città con tutti i suoi gioielli. Quando il suo corpo fu scoperto, egli era il principale sospettato della sua morte. Andrews fu successivamente collegato ad altri due omicidi irrisolti.
Nel novembre 1904, Andrews incontrò Nulda Olivia, che sarebbe diventata la sua compagna di vita. La coppia fuggì in Australia, dove incontrò William Ellis, un disonesto che divenne il loro compagno di gioco. Quando le loro vittime si insospettirono, il trio prese le loro vincite e ritornarono in America. Andrews e Olivia affittarono un cottage a Berkeley sotto il nome di Brush, ed Ellis soggiornava in un hotel vicino. La salute di Andrews andò in peggioramento e viveva interamente di pane, cibo salutare e latte al malto.
La sua gelosia diventò mortale quando pensò che Ellis avesse dei progetti su Olivia. L’11 ottobre, Andrews invitò Ellis a pranzo nel suo cottage. Durante il pasto, si avvicinò a Ellis e lo colpì con un grosso martello. Milton e Olivia raccolsero frettolosamente i loro oggetti di valore e fuggirono a San Francisco.
L’attacco fu una notizia in prima pagina e quando la polizia apprese la vera identità di Andrews, fu avviata una massiccia caccia all’uomo. A causa della salute di Andrews, la polizia tenne d’occhio tutti i negozi di alimenti naturali. Olivia affittò una stanza al 748 di McAllister Street fingendosi una donna single. Poche settimane dopo, il proprietario di un negozio di alimentari locale riferì alla polizia che una donna single stava acquistando grandi quantità di pane e latte al malto. La polizia mise la stanza sotto sorveglianza e vide l’ombra di un uomo alto e magro dietro le tende della stanza. Andrews, sentendosi circondato, inviò prima una lettera al San Francisco Examiner negando le accuse di omicidio contro di lui e giustificando il suo attacco a Ellis.
Quella notte, due agenti bussarono alla sua porta. “Entrate pure, a vostro rischio e pericolo”, gridò. Pochi istanti dopo, dall’interno dell’appartamento vennero esplosi due spari. Quando la polizia entrò, trovarono i corpi di Andrews e Olivia. Furono sepolti fianco a fianco in tombe anonime. “
Il compianto David Alexander, mago e investigatore privato, ha lavorato parecchio per trovare un candidato migliore e più possibile di Milton Franklin Andrews, e ha proposto che Erdnase fosse un importante ingegnere minerario di nome Wilbur Edgerton Sanders. “SW Erdnase” è, secondo Lui, l’anagramma di “WE Sanders”. Dalla morte di Alexander, altri hanno studiato Wilbur Edgerton Sanders. La rivista Genii ha dedicato gran parte del suo numero di settembre 2011 a un’esplorazione della teoria di Alexander, fornendo sostanziali prove circostanziali che collegano Sanders a Erdnase.
Chris Wasshuber invece ha identificato nel tipografo e artista Edward Gallaway un nuovo possibile candidato come Erdnase. Edward Gallaway lavorava all’epoca presso lo stampatore, James McKinney, presso il quale fu stampato il libro. In seguito, Gallaway pubblicò altri libri in maniera straordinariamente simile (autopubblicati, diritto d’autore registrato, indirizzo di contatto indicato come luogo di lavoro e prezzo stampato sul frontespizio). Un’analisi linguistica forense del dottor John Olsson ha confermato che lo stile di scrittura di Gallaway ed Erdnase sono molto similari e sono superiori le coincidenze rispetto ad altri possibili candidati come Wilbur Edgerton Sanders.
Gallaway inoltre corrisponde anche alla descrizione fisica fornita dall’illustratore MD Smith (identificato e intervistato da Martin Gardner nel 1947).
Recentemente Todd Karr ha identificato un giocatore d’azzardo con sede nel Midwest di nome ES Andrews che era attivo intorno alla fine del secolo e la cui biografia e di luoghi noti sembra adattarsi a quella di Erdnase.
Infine, Juan Tamariz ha avanzato la teoria che Erdnase sia stato scritto dal mago peruviano chiamato “L’Homme Masqué” (L’uomo mascherato), che visse in Europa. Durante il IX Congresso della Federazione Latino-americana delle Società Magiche (FLASOMA 2009) tenutosi in Perù, ha spiegato le ragioni per cui l’autore di Erdnase potrebbe essere L’Homme Masqué.
Nel corso del tempo sono state proposte anche molte altre persone, tra cui James Andrews, James DeWitt Andrews, Robert Frederick Foster e Herbert Lee Andrews, che sono stati discussi e dibattuti sull’argomento Erdnase sul forum della rivista Genii dal 2003. Ma il mistero rimane.
Chi è Erdnase? Non ho una risposta certa, ma avanzo delle considerazioni che provengono dalla lettura del suo meraviglioso libro e dalla mia esperienza:
1) L’ Erdnase non è un libro per imparare il gambling fraudolento ma è semplicemente, come recita il frontespizio, un trattato scientifico sulla manipolazione delle carte da gioco.
2) Chi l’ha scritto doveva avere un’educazione raffinata e doveva avere una cultura elevata, quasi universitaria. Perché il libro, come è stato impostato fin dalle prime pagine, come la scelta di spiegare i vocaboli, la capacità di suddivisione dei capitoli, il gergo tecnico mi porta a pensare che avesse una mentalità da ingegnere piuttosto che da truffatore.
3) Chi l’ha scritto non poteva essere un baro professionista ma era sicuramente un osservatore. Immagino che, affascinato dal mondo del gioco d’azzardo, soldi, scommesse e donne, ma anche di paura, lo abbia portato più a guardare che non ha giocare. Lo si capisce da alcune frasi e da alcuni dettagli tecnici. Io penso quindi che non giocava a carte regolarmente ma osservava gli altri giocare.
4) Per aver descritto così tante finezze tecniche doveva avere tempo. Suppongo quindi che era uno che non lavorava. Mi viene da pensare ad uno studente universitario
5) Doveva provenire da una famiglia benestante, se studiava all’università.
6) Alcune mosse che portano il suo nome, quindi che denotano ego, sono nate mentre lui “giocherellava” con le carte e non direttamente al tavolo da gioco. Alcune variazioni tecniche sono nate da prove di allenamento. Lo so per esperienza.
7) Nel libro sono presenti cinque errori tecnici in fase descrittiva. Per me, a parte degli errori di battitura, sono dovuti dal fatto che l’autore, prima di descrivere una tecnica, la eseguiva davanti allo specchio e, poi , a memoria fotografica, la riportava su carta. Davanti allo specchio, nell’esecuzione di alcune tecniche, alcune dita non si vedono.
8) Doveva avere contatti con l’alta società. Lo si denota dal meraviglioso discorso di presentazione dell’effetto “exclusive coterie”. L’esempio che mi porta pensare a questo è dato da un discorso simile descritto dall’ ammiraglio Rossetti che, sue testuali parole, è stato pensato e scritto per intrattenere “in una riunione di persone più o meno tutte connesse con gli affari della società delle Nazioni, diplomatici, funzionari del segretariato, giornalisti “. Bisogna frequentare alta società per riuscire a pensare a uno story board adatto. Erdnase, secondo me, frequentava alta società.
9) Alcuni effetti, secondo me, sembrano provenire non solo libri americani o inglesi ma anche di lingua tedeschi. Un paio di effetti da lui descritti provengono, ma posso sbagliarmi, da libri pubblicati in tedesco che ho avuto modo di consultare. Denota quindi che aveva accesso ad una biblioteca o frequentasse persone di diversa nazionalità.
Quindi, se devo unire i puntini e giocare a fare l’investigatore, secondo me l’autore del libro è un ragazzo che tra i venti e venticinque anni si è dilettato seriamente alle tecniche della cartomagia, e intorno ai suoi trent’anni, in concomitanza con la fine dei suoi studi universitari, ha pubblicato il libro in maniera anonima perché non poteva essere riconosciuto in quanto era membro di una famiglia importante. Era educato, intelligente, studente universitario, appassionato di carte, frequentava sale d’azzardo ma non giocava, era un gran osservatore , aveva tutto il tempo di provare e riprovare tecniche e stabilire , come in un processo di costruzione reale, tutte le fasi del lavoro. Ma non solo. La sua formazione culturale, unito ai suoi studi universitari, lo hanno portato a scrivere un trattato come se fosse una tesi.
Chi può essere il candidato? Ai posteri l’ardua sentenza.
Per concludere, spero che l’identità dell’uomo Erdnase rimanga un mistero. In una società contemporanea dove non esiste più l’anonimato neanche quando vai in bagno, mi viene in mente una frase dell’artista Banksy, “in futuro ognuno di noi avrà 15 minuti di anonimato”. L’uomo Erdnase lo è dal 1902. Semplicemente straordinario, non credete?
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