George Parker, “Performing Magic with Impact” #Recensione #Review
Di Biagio Fasano
In questo libro di oltre 140 pagine, illustrato con alcuni disegni e fotografie, George Parker, con l’aiuto di Lawrence Hass, ci presenta il suo pensiero teorico riguardo alla Magia, fortunatamente dal punto di vista di un esperto performer che quindi approfondisce gli aspetti psicologici e teatrali che lo guidano nella creazione delle sue routine ed effetti, tenendo sempre a mente che il fruitore ultimo di ogni nostra esibizione é il pubblico.
Il volume si divide in 10 Capitoli, preceduti da un Introduzione:
questa consiste in un’intervista di Larry Hass a George Parker dove spiega il contesto della maggior parte del suo lavoro che consiste spesso in training aziendale ed in particolare nell’aiutare le persone a pensare ad un cambiamento e per farlo usa la magia per spiegare i significati e le motivazioni delle cose che si fanno.
Nel corso dei seguenti 10 capitoli verranno presentati 9 effetti che fanno parte del repertorio dell’autore.
Il capitolo 1 riguarda la Comunicazione come parte fondamentale del suo metodo di approccio alla Magia. Nel corso della descrizione della Teoria vengono presentati i primi due esempi che aiutano a capire meglio i concetti espressi: “Micro-Metamorphosis” in particolare è un buon effetto di trasposizione di due monete, mentre “A Swindle of Sorts” è un semplice ma efficace effetto di cartomagia.
Il capitolo 2 verte sul Rapporto tra Impatto e Sforzo: a volte effetti a cui abbiamo dedicato sforzi enormi non ci garantiranno alcun impatto sul pubblico mentre potrà accadere pure l’esatto contrario ed è utile pensarci sin da subito! Due ulteriori esempi ci illustreranno meglio il concetto: “The Calendar Card”di Simon Aronson, e “The Bigger Picture”, una sua bella presentazione di un effetto commerciale di Tony Stevens: “No Tear”, dove invece del classico giornale strappato si utilizza una cartina del mondo che alla fine appare magicamente ricomposta.
Il capitolo 3 si intitola Uscita d’Emergenza e parla di come essere preparati se le cose dovessero andare male, analizzando problemi di natura diversa (errori di tecnica, elettronici o meccanici) e dando alcuni utili suggerimenti per minimizzare i rischi
I capitoli 4 e 5 riguardano un concetto proprio dell’autore e chiamato “SurvivalVersion” attraverso il quale potrebbero trarre benefico le nostre creazioni di routine. A titolo illustrativo viene insegnata una routine di carta strappata e restaurata, “The Torn and Restored Card”, sviluppata utilizzando questa tecnica. È un effetto ben realizzato e improvvisato che non è troppo difficile da fare ma richiede una certa dose di audacia!
Il capitolo 6 ha un titolo strepitoso: Diventare un Maestro Jedi di Interazione. Ancora una volta, questa è una sorta di teoria della comunicazione applicata. Si analizzano i tipi e le dinamiche dei personaggi. Viene fornita una lente attraverso cui considerare come interpretiamo il nostro personaggio durante una routine. e potenzialmente rendere la nostra performance più interessante per lo spettatore.
Il capitolo 7, Esercizi di Stile, fornisce un altro modo di pensare in modo creativo alle nostre routine, immaginandole in più stili. Include una piacevole routine “Card to Card Box”, per la quale non è necessario acquistare materiale speciale, anche se sarà necessario costruire un gimmick molto semplice.
Il capitolo 8, Effetti di Carte senza Carte, esplora l’idea di prendere un effetto normalmente realizzato con le carte da gioco e di eseguirlo con un oggetto di scena diverso: un altro obiettivo utile per accrescere la nostra creatività. Il concetto viene esemplificato da”Correspondence”, una bella routine che coinvolge una serie di cartoline e di buste ispirata all’eccellente lavoro di Eugene Burger sulla “Black Envelope” (che potremo comunque imparare dal libro).
Il capitolo 9, Openers Versatili, solleva la questione degli effetti di apertura: cosa stiamo comunicando con il nostro ingresso sul palco e la nostra prima routine? E come vorremmo cambiarne la percezione? A questo scopo viene spiegata la sua routine di corde “12321”, che è una sorta di rielaborazione del classico Professor’s Nightmare. Vengono descritti script differenti script, per mostrare come potrebbe essere utilizzato in diversi contesti.
Il capitolo 10, Fare di una Mosca un Elefante, è infine quello che ci aspetta dal titolo del libro: come rendere le cose in grande tramite diverse tecniche e strategie per farlo. Vengono forniti alcuni utili consigli per concepire i propri effetti individuali e strutturare un intero atto, fornendo inoltre alcuni spunti aggiuntivi riguardo alla sceneggiatura e utili a farci continuare a pensare. L’ultima routine scelta per illustrare il discorso, “Threshold”, ossia “Soglia” è una versione molto visuale del “Principio della Collana della Nonna”, già presente nei Volumi Tarbell, qui utilizzato per far sì che una persona del pubblico riesca a passare attraverso due grandi nastri trattenuti alle estremità da due volontari.
In conclusione un buon libro di Teoria utile a farci riflettere sull’importanza della creatività e di saper presentare al meglio la nostra Magia, ma che non disdegna di illustrare allo scopo alcuni begli effetti magici di vario tipo, tutti facenti parte del repertorio professionale dell’autore.
Distribuito da Murphy’s Magic https://www.murphysmagic.com/product.aspx?id=63055