Houdini: 5 cose sul più grande illusionista di tutti i tempi
Nel corso dei millenni, l’uomo ha sempre subito il fascino dell’aldilà.
Da sempre ha indagato su chi o cosa potrebbe esserci dopo la vita e soprattutto perché.
Altrettanto impegnativi sono stati i tentativi di molti di vincere la mortalità stessa dell’essere umano.
Uno di questi uomini è stato Harry Houdini (Budapest, 24 marzo 1874 – Detroit, 31 ottobre 1926), universalmente conosciuto come il più grande mago e illusionista mai esistito, ma anche come indagatore dell’occulto, del mistero della vita e della morte, fedele fino alla fine al personaggio che era stato.
Ma vediamo alcune cose molto interessanti che riguardano questo grandissimo illusionista, escapologo e smascheratore di ciarlatani, il quale viene ritenuto da tutti, a oltre 80 anni dalla morte, il più grande mai esistito.
1. Dall’Ungheria agli Usa
Il vero nome di Harry Houdini era Ehrich Weisz.
Nacque il 24 marzo 1874 in un piccolo villaggio nei pressi di Budapest, dal rabbino Samuel e da Cecilia Steiner.
Quando Ehrich ha 4 anni, la famiglia si trasferisce in America, dove il padre diventa rabbino della comunità ebraica di Appleton, nelWisconsin.
Ehrich lavora fin da quando ha 8 anni per vie delle pesanti difficoltà economiche familiari. Fa il lustrascarpe e il venditore di giornali.
Il primo contatto con l’illusionismo lo ha quando incontra il misterioso Dottor Lynn, mago ambulante, da cui rimane affascinato.
L’esordio sulle scene avviene il 28 ottobre 1883, con il nome di “Ehrich, il principe volante“, mutato in “Ehrich il Grande” a 12 anni, quando di fatto comincia la carriera che lo avrebbe reso famoso.
Dopo aver viaggiato per tutto lo stato del Wisconsin è costretto è costretto a tornare il famiglia nel 1892, alla morte del padre. Per aiutare la madre e i fratelli è costretto a lavorare alla fabbrica Richter & Sons come fattorino, ma non smette di mantenersi in forma, nell’attesa di tornare ad esibirsi.
A 15 anni il giovane Harry rimane affascinato dalla biografia di Jean Eugène Houdin, celebre mago francese. Da quel momento decide che avrebbe dedicato la propria vita alla magia. Cambia nome in Houdini, (che sarebbe diventato ufficialmente legale nel 1913) e comincia a esibirsi, per 12 dollari a settimana, nei tendoni di Coney Island.
Nel 1893, con il fratello Theo, esordisce alla fiera internazionale di Chicago, poi torna a New York dove incontra la giovane Wilhelmina Rahner, che diventa sua moglie e assistente di scena nel giugno 1894.
La coppia comincia a farsi conoscere con il circo Welch Brothers e con il celebre Barnum, dove Harry si esibisce in giochi di carte e in rocambolesche fughe da camicie di forza, catene e manette.
Il suo nome diventa ancor più conosciuto nel 1898 quando, sui giornali di tutto il Paese, lancia una pubblica sfida: 100 dollari a chiunque avesse fornito un paio di manette dalle quali non sarebbe riuscito a liberarsi. Nessuno ha mai riscosso la cifra.
Decisivo è l’incontro con l’impresario Martin Beck, rimasto affascinato dall’abilità del giovane mago. L’uomo lo introduce nell’ambiente importante, all’Orpheum Tour, per 1.225 dollari a settimana.
2. Diventa una leggenda
Nel maggio del 1900 è a Londra per il primo tour europeo.
Anche qui stupisce tutti: riesce a liberarsi dalle manette e a evadere dal famoso carcere di Scotland Yard.
A Parigi si libera dalla catene mentre è richiuso in un baule gettato nella Senna e si scioglie dopo essere stato legato a una sedia da una lunga e robusta corda.
Pagato 2.000 dollari a settimana, torna in America e si stabilisce a New York con la moglie Bess.
Le performance di Houdini sono ormai famose: in Inghilterra, nel 1914, realizza la celebre “Pagoda Cinese” piena d’acqua, nella quale si fa calare a testa in giù, legato da catene e manette chiuse da lucchetti.
Poi si libera da una cassa sommersa e assicurata da pesanti catene e da un contenitore per il trasporto dal latte, immerso in acqua.
Ancora, fugge dalla cella della morte in cui era stato rinchiuso Charles Guiteau, l’assassino del presidente Garfield, salta dal ponte della baia di San Francisco ed esegue voli acrobatici in Australia nel 1910.
Inoltre, si fa appendere, sospeso nel vuoto, legato da una camicia di forza dalla quale riesce a liberarsi. Nel 1918, all’ippodromo di New York presenta il numero dell’elefante che scompare, grande illusione mai tentata prima e riuscita perfettamente.
Anche il cinema si interessa alle sue gesta: interpreta il ruolo del protagonista in una serie di thriller, quindi produce egli stesso 2 film che interpreta.
Diventa, quindi, presidente della Maratinka & Company, azienda produttrice di strumenti e attrezzi magici. Nel 1925, ormai famosissimo, riprende ad esibirsi nei teatri. E’ un successo senza precedenti.
3. Trucco, illusione e realtà
Ormai celebrità internazionale, Harry Houdini, intorno al 1920, decide di svelare e mettere per iscritto alcuni dei suoi celebri trucchi.
Fra questi, spiega che per liberarsi da alcuni tipi di lucchetti, il segreto era applicare una forza di intensità precisa in un modo del tutto particolare, mentre altri tipi potevano essere aperti servendosi delle stringhe delle scarpe, oppure con chiavi o bastoncini di metallo opportunamente nascosti.
Il numero dell’evasione dal barile di latte immerso nell’acqua era incentrato sul tappo incollato a un collare da lui indossato, che poteva essere staccato dall’interno con un particolare movimento.
Se era legato da una camicia di forza, Houdini si creava un piccolo spazio sufficiente per muoversi, dilatando il torace o allargando le spalle.
In un secondo tempo, grazie a una preparazione decisamente particolare, era diventato in grado di disarticolare le spalle e liberarsi.
Negli ultimi tempi della vita, Houdini, grazie alla sua profonda conoscenza della tecnica di illusionismo, si dedica allo smascheramento di falsi medium e sedicenti maghi che spacciavano conoscenze ultraterrene. Una materia che lo aveva interessato sin dalla morte della madre.
Era abitudine di Houdini frequentare sedute spiritiche in incognito, solitamente accompagnato da un reporter o da un funzionario di polizia. La sua abilità costa la carriera a molti famosi medium, fra i quali la celebre Madame Mina Margery Crandon, quando Houdini si dimostra in grado di riprodurre molti dei meccanismi utilizzati durante le sedute.
L’attività di “cacciatore di medium” è alla base della profonda inimicizia con Arthur Conan-Doyle, il creatore di Sherlock Holmes, fervente sostenitore dello spiritismo.
4. Le sue molte morti
La scomparsa delle illusionista è a tutt’oggi avvolto nel mistero.
A tal punto che, nel marzo del 2007, il pronipote George Hardeen ha voluto portare a conoscenza del grande pubblico la tesi secondo la quale il mago sarebbe stato addirittura avvelenato.
Una versione che non pochi ammiratori avevano fatto propria già il giorno del funerale, e ancora oggi sostenuta dai cultori dello spiritismo.
Hardeen ha perfino assunto due celebri patologi e chiesto l’esumazione dei resti per un nuovo esame approfondito. Lo scopo era di mostrare un avvelenamento da arsenico.
Il movente sarebbe stata la vendetta e la cabala dei suoi più accaniti oppositori, ovvero del gruppo di sedicenti medium, negromanti e spiritualisti, seguaci di un movimento pseudo-religioso nato all’inizio dell’Ottocento, che erano stati smascherati e screditati, il nome del puro e sincero interesse per il mondo dell’occulto, e che gli avevano inviato numerose minacce di morte.
Come messaggi nei quali era scritto: “Pagherai! Avrai la tua giusta ricompensa!”. Oppure: “Su di te è caduta la maledizione che ti ucciderà!”.
Il mistero è alimentato dal fatto che non è stata seguita alcuna autopsia, nemmeno su richiesta della compagnia di assicurazione, che ha pagato la non indifferente somma di 500mila dollari dell’epoca alla vedova.
Ulteriore dubbio è il referto del medico curante nel quale è scritto che il decesso era stato causato da “peritonite acuta e lacerata”, ma nel quadrante sbagliato dell’addome, ovvero a sinistra. Un errore molto sospetto per un uomo di pluriennale esperienza.
Altre fonti imputano l’improvvisa morte a una misteriosa malattia che avrebbe contratto, rimanendo anche sterile, in seguito alla massiccia esposizione ai raggi X, da poco scoperti, per le numerose radiografie alle quali si sottoponeva con lo scopo di trovare la risposta scientifica contro i sostenitori dell’occultismo e dello spiritualismo, e per scoprire il più intimi segreti del suo stesso organismo.
5. Ipotesi peritonite
Secondo le cronache, comunque, la morte di Houdini sarebbe stata effettivamente causata da un pugno allo stomaco, quando le sue condizioni erano già compromesse.
Houdini si esibiva, in diversi numeri. In uno invitava due spettatori sul palco, per farsi colpire al ventre, senza manifestare dolore grazie ad una particolare tecnica di preparazione.
Il 22 ottobre 1926 doveva esibirsi al Garrick Theatre di Detroit. Dell’avvenimento, le cronache danno due versioni:
- Una sostiene che, nel camerino, due giornalisti siano andati a intervistarlo. Uno, pugile dilettante, gli ha chiesto quale fosse il trucco del numero dei colpi allo stomaco. Houdini l’avrebbe invitato a colpirlo, nel frattempo, si sarebbe girato a dire qualcosa alla moglie. Il pugile l’avrebbe colpito con forza due volte, senza che Houdini avesse avuto il tempo di preparare i muscoli. Il mago si sarebbe piegato dal dolore ma avrebbe deciso di andare comunque in scena per lo spettacolo.
- L’altra versione parla di tre studenti – Samuel Smiley, Jack Price e Jocelyn Gordon Whitehead – che avrebbero assistito a una conferenza di Houdini qualche giorno prima. La dinamica pare sia stata la stessa, con Whitehead che andrebbe violentemente colpito il mago tre volte.
Visitato prima di andare in scena da un medico, gli sarebbe stata diagnosticata un’appendicite acuta degenerata in peritonite. Houdini avrebbe rifiutato di farsi ricoverare: non voleva deludere il pubblico, che aveva riempito il teatro all’inverosimile.
Al termine dello spettacolo, però, si sarebbe piegato su se stesso, tossendo sangue. Giunto all’ospedale St. Grace, i dottori avrebbero diagnosticato che la peritonite era in stadio talmente avanzato da non lasciargli che poche ore di vita.
Contro ogni previsione nella stanza 401 Houdini ha lottato fra la vita e la morte per una settimana, con la moglie al fianco.
Il 31 ottobre, giorno di Ognissanti e vigilia della notte di Halloween era stremato. È stato allora anche ha promesso a Bess che sarebbe tornato in vita dal mondo dei morti e l’ha invitata a ripetere insieme il messaggio convenuto che avrebbe significato un suo contatto dall’aldilà: “Rosabelle, ascolta, credi, rispondi, parla”. Sì è spento alle 13.26.
A quanto pare, però, la parola fine su Houdini non è stata ancora scritta, a oltre 80 anni dalla morte.
Fonte http://best5.it/post/houdini-5-cose-grande-illusionista-tutti-i-tempi/
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