Il Cinema nasce dall’Illusionismo
Grazie ad Alex Rusconi ed alla Rivista Magia per l’estratto, il numero Magia n. 28 “La magia del cinema” e’ acquistabile su https://www.rivistamagia.it/archives/numero/n-28
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Il Cinema nasce dall’Illusionismo (di Alex Rusconi)
Méliès e Fregoli: i primi maghi del cinema
Se è vero che furono due scienziati a inventare le “immagini in movimento”, ovvero quello che oggi chiamiamo cinema, forse non tutti sanno che furono due esponenti del mondo dello spettacolo a farlo conoscere al grande pubblico e a tracciare una strada che viene ancora oggi percorsa da milioni di persone in tutto il mondo. Furono infatti un francese e un italiano a intuire che quell’invenzione poteva essere ben più di una semplice curiosità scientifica: quasi coetanei, si chiamavano Georges Méliès (1861-1938) e Leopoldo Fregoli (1867-1936).
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Georges Méliès
Nell’aprile 1896 sulle locandine del Teatro Robert-Houdin apparì per la prima volta la scritta “Kinetograph. Fotografi e animate”: stava nascendo il cinema, quello volto allo spettacolo, che nel giro di pochi decenni sarebbe diventato una delle forme più potenti di intrattenimento nonché una delle industrie di maggior introito a livello mondiale.
I primi cortometraggi si intitolavano Partie de cartes (“Partita a carte”) e Escamotage d’une dame au théâtre Robert-Houdin (“Sparizione di una fanciulla nel teatro Robert-Houdin”), e mostravano esattamente quanto era esposto nel titolo. Con il tempo, sfruttando le proprie conoscenze di illusionista e utilizzando i primi giochi di macchina come ralenti, dissolvenza, sovrimpressione ecc. iniziarono a prendere forma i primi veri e propri film con trama ed effetti speciali. Negli anni, sullo schermo del teatro di Méliès si avvicendarono Le Manoir du diable (“Il maniero del diavolo”), Faust et Marguerite (“Faust e Margherita”), L’Hallucination de l’alchimiste (“L’allucinazione dell’alchimista”), Le Malade hydrophobe (“Il malato immaginario”).
Il suo noto film Le Voyage dans la lune (Viaggio nella luna) è del 1902 ed è forse una delle icone più riconoscibili del cinema muto.
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Leopoldo Fregoli
Anche Fregoli alla fine del 1895 sentì parlare del cinematografo e, come tutte le menti lungimiranti, ne fu attratto. Ma Parigi era lontana e l’artista in quel momento era nel pieno della sua tournée teatrale che, oltre all’Europa, avrebbe toccato anche il Sudamerica. Passarono due anni prima che Fregoli conoscesse, quasi per caso, Louis Lumière, che sedeva tra il suo pubblico in un teatro di Lione. I due si incontrarono dopo lo spettacolo e scoccò la scintilla.
Il giorno seguente Fregoli si recò dai fratelli Lumière per osservare la loro invenzione; ne restò affascinato, intuendone, come già aveva fatto Méliès, le potenzialità nel mondo del teatro. Fregoli, dopo essere rimasto per una settimana nel laboratorio dei Lumière a imparare tutto su questa macchina meravigliosa, acquistò un apparecchio di proiezione e il diritto di esclusiva di un gruppo di brevissimi filmati da proporre nei suoi spettacoli. Lui non ne era consapevole, ma in questo modo il trasformista romano scrisse il suo nome nel libro d’oro della storia del cinema, essendo tra i primi a portare in teatro questa nuova meraviglia.
C’è da sottolineare che per alcuni anni Fregoli fu l’unico, insieme a Méliès, a proporre questa invenzione a un pubblico colto, in un periodo nel quale le pellicole cinematografi che erano soprattutto una curiosità proposta in fiere e baracconi e rivolta quindi al popolo di ceto medio-basso quale surrogato popolare di altre forme di spettacolo.
Le prime pellicole di Fregoli, realizzate con la collaborazione del giovane fotografo Luca Comerio (1878-1940), che negli anni seguenti si sarebbe distinto come cineoperatore di guerra, avevano una lunghezza massima di 18 metri ed erano quindi molto brevi. Fregoli, per primo, ebbe l’intuizione di unire fra loro queste pellicole per realizzare film più lunghi.
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