martedì, Luglio 16, 2024

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Didattica e Storia

Il prestigiatore Cesare Gabrielli nel film di De Sica “I bambini ci guardano”

La storia di Cesare Gabrielli è così unica che nel 1965, oltre vent’anni dopo la sua morte, il famoso giornalista Dino Buzzati decise di viaggiare da Milano a Pisa per scoprire di più su di lui. Questo episodio collega il cinema al giornalismo, e lo fa in un contesto provinciale. Buzzati era un noto giornalista e inviato per il Corriere della Sera, ed è stato uno dei più grandi, forse il maestro di tutti, nel suo campo. Scriveva frequentemente su argomenti legati all’esoterismo e alle credenze popolari, tanto che nel 1965 teneva una rubrica sul Corriere chiamata “In cerca dell’Italia misteriosa”. È stata questa serie di articoli a portarlo a Pisa.

Il 3 settembre 1965, il Corriere pubblicò un articolo di Buzzati dal titolo “Gabrielli, vecchio fantasma”. Ora, il Corriere era un giornale milanese, e Buzzati era veneto di nascita, ma questo articolo divenne un’affascinante indagine giornalistica sulla figura di Gabrielli a Pisa.

Iniziamo dall’inizio. Cesare Gabrielli era un mago, prestigiatore e illusionista. Nato a Pontedera nel 1881, all’inizio lavorò come barbiere. Buzzati racconta che una volta, per superare un cane che bloccava l’ingresso alla casa di un cliente che aveva richiesto un taglio di capelli a domicilio, Gabrielli ipnotizzò il cane. Quindi, dopo questo episodio, cominciò a esibirsi con spettacoli per bambini, che presto divennero più complessi, e si esibì nei teatri locali. Le voci sulle sue straordinarie abilità si diffusero rapidamente. Persino D’Annunzio lo definì “l’uomo del futuro”, e iniziarono le sue tournée in tutto il mondo. Negli anni ’20, Gabrielli divenne una celebrità, ma a quei tempi, lo si vedeva raramente a Pontedera, Pisa e dintorni, poiché era costantemente impegnato in spettacoli in giro per il mondo.

Gabrielli morì nel 1943 a Firenze, un anno dopo aver partecipato alle riprese di “I bambini ci guardano” di Vittorio De Sica. Nel film, il regista aveva bisogno di un prestigiatore per una scena, e invece di scegliere un attore, scelse Gabrielli per il suo ruolo. Anche se si trattava di un ruolo secondario, il film ruotava attorno alle bugie create dagli adulti davanti ai bambini, e lo spettacolo del prestigiatore, che avrebbe dovuto distrarre i bambini dalle bugie, in realtà era anch’esso una bugia, un’illusione magica. In riconoscimento o forse per la fama di cui Gabrielli ancora godeva nel 1942, il regista decise di far apparire il nome dell’illusionista nel film, e quindi Gabrielli recitò se stesso, non un prestigiatore. Ecco come si collegano il cinema e il giornalismo in questa affascinante storia della nostra provincia.

Tornando a Buzzati, nel suo articolo del 1965, il giornalista non menziona questo film, ma si concentra sulla personalità e le conoscenze di coloro che avevano incontrato Gabrielli. La sua guida locale fu Ferdinando Giannessi, un professore universitario con residenza estiva a Buti. È qui che i due si incontrarono prima di spostarsi a Pontedera, la città natale di Gabrielli. La ricerca di Buzzati comportò incontri con testimoni che condividevano dettagli sulla carriera e la personalità di Gabrielli, dalla sua magrezza, simile a quella nel film, alla sua fortuna e al declino verso la fine della carriera. In quel periodo, scrive Buzzati, Gabrielli fumava cento sigarette al giorno e faceva spettacoli privati in cambio di tabacco e cognac. Tra gli intervistati dal giornalista del Corriere, proprio Giannessi ricordò di aver visto uno spettacolo dell’illusionista a Pisa. Nel suo colloquio con Buzzati, il professore specificò: “Ero in prima liceo e lo vidi in un avanspettacolo al Cinema Teatro Umberto”. Nel 1965, Giannessi aveva 39 anni, come riportato nell’articolo di Buzzati, quindi la sua prima liceo doveva essere intorno al 1940. Il Cinema Teatro Umberto è oggi noto come Cinema Italia, ed esiste ancora, intatto, con i locali di Benetton su Corso Italia.

L’esibizione a cui Giannessi assistette corrisponde agli ultimi anni di carriera di Gabrielli, periodo in cui prese parte al film di De Sica. Tuttavia, la vera gloria di Gabrielli era precedente. L’articolo di Buzzati sul Corriere inizia con la domanda: “Chi si ricorda Cesare Gabrielli, il famoso ipnotizzatore degli anni Venti?”. Prima

di questo articolo e di questo film, noi non conoscevamo Gabrielli, ma poiché facciamo parte del mondo del giornalismo e siamo appassionati lettori di Buzzati e spettatori di De Sica, abbiamo deciso di condividere un frammento di questa storia. Ci è venuto in mente di cercare tracce della visita di Gabrielli nella stampa pisana degli anni ’20, quando era all’apice della sua carriera. Abbiamo iniziato a consultare l’emeroteca online del Servizio Bibliotecario Nazionale dell’Università di Pisa. La ricerca si è rivelata lunga e complessa, poiché la parola “Gabrielli” generava centinaia di risultati, mentre la chiave di ricerca più specifica “Cesare Gabrielli” non ne forniva alcuno. Poi ci siamo ricordati che nel film “I bambini ci guardano”, Gabrielli veniva presentato con un insolito appellativo, non mago, prestigiatore o illusionista. Anche se il ricordo era vago e il cartello del film non era disponibile, c’erano dei volantini lanciati da un aereo sulla spiaggia di Alassio e raccolti da un gruppo di bambini. Questi volantini pubblicizzavano lo spettacolo di magia di un prestigiatore chiamato “Prof. Gabrielli”. Questo era il suo appellativo: professore. Di conseguenza, abbiamo riformulato la nostra ricerca nell’emeroteca. Questa volta abbiamo ottenuto 2 risultati. Il primo era un articolo del Corriere dell’Arno del 1880, troppo antico poiché Gabrielli era nato nel 1881. Il secondo risultato è stato estratto dal giornale “Il Ponte di Pisa” nel maggio 1918. Abbiamo cliccato e iniziato a sfogliare.

Sul “Il Ponte di Pisa” di quegli anni, esisteva una rubrica chiamata “Fra Parrucche e Gibus,” che presentava gli spettacoli più interessanti della settimana in città. È stato all’interno di queste righe che abbiamo trovato l’annuncio della performance del “prof. Gabrielli” al teatro Rossi di Pisa, il 25 maggio 1918. Quindi, a questa storia che lega insieme il grande giornalista, un prestigiatore geniale amante del tabacco, un capolavoro del cinema italiano e la nostra città, abbiamo aggiunto un piccolo tassello. E ora, lo condividiamo con voi dopo 102 anni esatti: “Fra Parrucche e Gibus // Al Rossi. – Il famoso lettore del pensiero prof. Gabrielli terrà due sedute al Rossi Sabato sera 25 e Domenica sera 26 corrente. Gli esperimenti di trasmissione del pensiero hanno grande fascino sul nostro pubblico che si diverte e si distrae in un passatempo di curiosità e di decenza.”

Andrea Clemente Pancotti

Principalmente sono io Andrea Clemente Pancotti: infanzia rovinata dai fascicoli di “STUPIRE!” di Carlo “Mago Fax” Faggi. Abbandona l’Arte per poi riscoprirla alla soglia degli ‘anta.“. Ora il team si e’ allargato, siamo comunque un gruppo di amatori, seriamente innamorati della Magia…

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