Intelligenza artificiale, ultima frontiera del mentalismo
Articolo inizialmente pubblicato su www.ilmentalismo.net
Il titolo di questo articolo è una provocazione, il futuro è imprevedibile ed ogni mentalista lo sa soprattutto quando finge di prevederlo.
Cos’è l’intelligenza artificiale?
Ecco un esempio:
Facebook non solo vi analizza le parole che scrivete, i suoi motori di ricerca analizzano anche le immagini che postate, capiscono al volo, attraverso algoritmi, che cosa contengono e le associano a tutte le vostre azioni nei confronti del social network. Sono tutti dati che vengono usati a fini commerciali ma in futuro aiuteranno Facebook a capirvi meglio dei vostri genitori. In realtà questo sta già accadendo ora. Questa è solo una delle tante premesse per spiegare cosa sia l’intelligenza artificiale e per comprendere ciò che che mi è capitato ultimamente. A volte al pubblico vuoi far percepire dei concetti ed invece ne percepisce altri e non puoi far altro che cambiare le carte in tavola, imparare la lezione e capire dal feedback del pubblico quale sia la nuova strada da percorrere. Tempo fa avevo usato un mio metodo mnemonico che utilizzo per selezionare una carta tramite due semplici tocchi su uno smartphone per realizzare una nuova App Android che sfruttasse lo stesso principio. L’App si chiama “Mentalismo Quantistico”, consiste in due schermate di pseudo spiegazioni su cosa sia il cervello quantico e di come un algoritmo informatico sia in grado, entro certi limiti, di codificarne certi suoi aspetti. Dopo queste due schermate, che permettono segretamente tramite trascinamento di selezionare la carta, lo smartphone (preferisco per questo effetto usare il tablet) può essere dato in mano allo spettatore che eseguirà uno pseudo test che finirà con il predire la carta scelta. Mentre realizzavo l’app, non pensavo all’intelligenza artificiale ma alla fisica quantistica e a tutte quelle teorie pseudoscientifiche sul cervello quantico trattate in molti libri in stile new age. Credevo fosse questo l’argomento da trattare quando proposi l’effetto ad un fisico delle particelle ex dipendente del C.E.R.N. , ovviamente il tipo non credette a queste fandonie in stile new age ma rimase sorpreso di quanto accaduto. Non trovava una spiegazione logica, tra l’altro gli avevo chiesto di scrivere valore e seme della carta su un foglietto senza pronunciarla per evitare un probabile riconoscimento vocale e forse è stata proprio questa la mossa che gli ha indirizzato il pensiero sulle possibilità tecnologiche degli smartphone. Aveva capito che si trattava di un gioco di prestigio ma percepiva il possibile trucco come le capacità della tecnologia, non si trattava di riconoscimento vocale, ma di altro, forse la telecamera interpretava alcuni gesti? Ma quali? Aveva capito che la carta gliela comunicavo io allo smartphone, ma come? Non sapeva come ma sicuramente si trattava di intelligenza artificiale o per lo meno solo tramite l’intelligenza artificiale si poteva raggiungere ad un simile risultato, quindi mi disse subito che avrebbe contattato colleghi che si occupavano dell’argomento per analizzare il mio progetto. Già mi vedevo come un Uri Geller moderno studiato dagli scienziati (non io, ma la mia app) e sicuramente sarei durato poco (bastava analizzare il codice dell’app). Chi non ha la mente del prestigiatore difficilmente pensa alla via più semplice (i tocchi sullo schermo dello smartphone) ma va oltre e cerca vie difficili in proporzione allo stupore provato e con la tecnologia la via difficile è l’intelligenza artificiale. Così, se il mentalismo è passato dal paranormale alla PNL, in futuro potrebbe cedere il passo all’AI (artificial intelligence ovvero intelligenza artificiale) senza contare che non solo la fantascienza ci ha sempre abituato a sopravvalutare le reale capacità di computer e robot, ma scovando nelle illusioni del passato ricordiamoci che già che nel 1769 il barone Von Kempelen ideò un finto automa capace di vincere a scacchi. Ad ogni modo la mia rimane solo una provocazione e va presa per tale, il futuro rimane imprevedibile e comunque sono convinto che l’Intelligenza Artificiale ci sorprenderà più delle sue improbabili speculazioni sulle quali noi al momento potremmo giocare proprio come aveva fatto il barone Von Kempelen e come è capitato di fare a me con un semplice smartphone.
Pierfrancesco Panunzi
pierfra71@gmail.com
Articolo inizialmente pubblicato su www.ilmentalismo.net
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