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#Intervista ad Antonio Diana

Come ti sei avvicinato al mondo della ventriloquia?

E’ un arte che mi ha sempre affascinate. La consideravo molto lontana da me fin quando nel 2016 ho iniziato, per gioco, con un calzino a provare l’emissione della voce e di suoni con la bocca chiusa. Dopo diversi percorsi formativi e allenamento da autodidatta provai a trasformare uno spettacolo teatrale in teatro di figura sostituendo gli attori con i pupazzi e da lì è scoppiata una scintilla che mi ha portato a scoprire l’arte della ventriloquia che ha unito tutte le mie abilità artistiche di intrattenitore, cabarettista e teatrante.
Ci sono libri o maestri che ti sono stati di insegnamento o hanno modificato la tua concezione di questa arte?
Ho iniziato con Dante Cigarini e ho approfondito successivamente alcune tecniche con Samuel Barletti con il quale ancora oggi mi confronto su alcuni aspetti sull’arte della ventriloquia. Seguo molto la ventriloquia internazionale dove trovo maggiori contenuti, in particolar modo quella Messicana e Americana.
Tra i ventriloqui internazionali ammiro molto Fred Roby deceduto lo scorso anno.

Oltre a questi studi hai fatto altri percorsi teatrali che hai unito nella tua esibizione?

La mia esperienza è prettamente teatrale; ho iniziato all’età di 14 anni e subito mi sono proiettato in esperienze e studi professionali fino a laurearmi in arte drammatica e a fondare Madrearte teatro, uno spazio teatrale a Villaricca in provincia di Napoli che dirigo. Dopo diverse esperienze come autore, attore, formatore e regista teatrale (che ancora svolgo) mi sono avvicinato alla ventriloquia nel 2016 e, grazie all’esperienza teatrale, per certi versi è stato semplice gestire i registri vocali, i cambi di ritmo e di personaggio che dal teatro ho riversato nella ventriloquia e nel rapporto con i pupazzi.

Cosa pensi possa ancora affascinare il pubblico dei socials del “tutto già visto” dell’arte del ventriloquo?

Premetto che curo i contenuti social dei miei profili non con continuità, ma sono felice di non avere tempo, perché il lavoro tra teatro, eventi e ventriloquia mi impegna quotidianamente. Sui miei profili social, per un periodo ha spopolato il pupazzo di De Luca, governatore della Campania ma credo che si potrebbero costruire dei personaggi con delle caratteristiche specifiche e farli diventare dei tormentoni seguendo il linguaggio dei diversi social. Attualmente mi libero a condividere contenuti di spettacoli e performance ma a breve lavorerò su un progetto dedicato.

 I tuoi pupazzi li idei e realizzi da te?

Si. Ho iniziato con alcuni pupazzi che si trovano in commercio ma ho preferito avere poi dei personaggi originali costruiti su miei disegni. Sono stato tra i primi in Italia a utilizzare sia pupazzi sia maschere per human puppet con l’animatronica. Le maschere che  sostituiscono la mandibola dello spettatore e lo trasformano in un pupazzo umano rappresentano una parte prevalente delle mie esibizioni. Ho 16 pupazzi e li utilizzo tutti nei diversi format di spettacolo che sono indirizzati a contesti diversi. “Provini per pupazzi” è lo spettacolo che mi accompagna da diversi anni per eventi, resort e piazze. “Bottega pupazza” è la nuova versione teatrale che debutterà ad aprile 2024 e girerà per il circuito teatrale nazionale. “La voce del rifiuto” è uno spettacolo che unisce teatro di figura e ventriloquia con tematiche sociali: ambiente, legalità e bullismo ed è indirizzato alle platee scolastiche. E’ attualmente in tournée per un pubblico di studenti. In una prima parte di questo spettacolo prendono vita i rifiuti (sacchetti, bidoni, diossina, nanoparticelle e un telefonino parlante) organizzando una protesta contro gli esseri umani per dettare regole a favore dell’ambiente. Nel secondo tempo , un dialogo tra pupazzi junior proietta lo spettatore giovane ad una simpatica riflessione sul tema del bullismo e della legalità.

Un ventriloquo può anche essere legato al mondo della magia?

La ventriloquia, in quanto magia della voce, può essere legata al mondo della magia. Nonostante siano molte le gag possibili e che vengono espresse con l’utilizzo del pupazzo e della magia insieme, non esiste una categoria specifica che riconosca la ventriloquia nell’arte magica. Nei concorsi di magia viene a esempio categorizzata come magia da scena mentre dovrebbe avere una categoria separata. Diversamente nei gala e nelle kermesse di maghi è molto richiesta l’esibizione di ventriloquia probabilmente per diversificare le  performance tra quelle figurative, da scena e di magia comica.

La tua più grande soddisfazione?

Conservo diverse esperienze che mi hanno particolarmente gratificat. L’apprezzata esibizione al Tu si que vales nel 2023, le esperienze in rai con Amadeus, il gran galà al teatro di dogana di San Marino e la lunga tournée che nel periodo estivo mi vede fare circa 80 tappe continuative da giugno ad ottobre attraversando diverse località turistiche del sud italia.

Se oggi un giovane si volesse avvicinare alla ventriloquia quali sarebbero i tuoi consigli e che percorso gli indicheresti?

Iniziare prima approfondendo le tecniche del canto, della respirazione,  del teatro, della messa in scena e dello studio dell’apparato fonatorio per poi iniziare con un piccolo pupazzo e dialoghi semplici. Capire come adattare la tecnica alla propria fisicità, alle caratteristiche della formazione della bocca, delle mandibole e dei denti. Esercitare un continuo allenamento e dedicare molte ore allo studio della dissociazione e della voce.

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