Ipnosi all’ Unicorn… The Hypnosis Chronicle
Torino, Venerdì 10 Febbraio ore 10.45, si parte in direzione Roma, io Fabio Siragusa (Mentalista) in compagnia di Alessandro Del Gaudio (Traduttore di Reality is Plastic) ed Emanuele Spina (Mentalista).
Dopo sistemazioni varie, noleggio auto e cena con colleghi mentalisti della Capitale a base di piatti tipici, tutti a nanna…Sabato sarà il grande giorno.
Ore 6.30 sveglia, doccia e si parte…vado a prendere i miei due compagni di viaggio…direzione ANZIO.
Dopo qualche piccolo intoppo arriviamo alla sede dell’ UNICORN, il magico luogo scaturito dalla mente di Ascanio, al secolo Michele D’Auria.
Per chi non avesse mai avuto il privilegio di andarci si è perso davvero “Tanta Roba”, una bellissima villetta immersa nel verde, un giardino incantevole e curato ma soprattutto un luogo completamente votato alla magia dove Ascanio ha allestito una capiente tensostruttura riscaldata con palco.
La mattina è volata con Jacquin che ha fatto una breve introduzione all’ipnosi, ai set-piece ed al suo modo di iniziare una session di Street-Hypnosis.
Sebbene il suo inglese perfetto fosse di semplice comprensione, si denota ampiamente che Anthony è abituato a girare il Mondo e ad esprimersi con differenti culture, Jay Di Biase (altro traduttore di Reality is Plastic) si è occupato della traduzione dell’intero Workshop.
Senza pause siamo arrivati all’ora della pausa pranzo, momento non solo di scambio di opinioni tra i partecipanti ed il relatore ma attimo conviviale dove si è potuto salutare amici e soprattutto fare nuove amicizie.
Fine pausa momento prove di set-piece ed ipnosi all’aperto…complice la bellissima giornata di sole per poi ritornare alla parte teorica.
Nella seconda parte ci siamo soffermati sull’aspetto più da palcoscenico e legale dell’ipnosi di cui allego una mia personale ricerca nella rete ma che rimane solo a titolo di esempio e che andrebbe approfondito con un legale visti non solo i risvolti civili ma anche penali che conseguono dall’improprio utilizzo:
La legge italiana, la n.4 del 14 gennaio 2013, intende l’ipnologo un libero professionista intellettuale. La legge consente di esercitare in libertà e legalità la professione di Ipnologo, purché la trance sia utilizzata solo come induzione e non come terapia, integrando la direttiva del parlamento europeo e del consiglio COM (2002) 119, relativa al riconoscimento reciproco delle qualifiche professionali tra i paesi membri, approvata l’11 febbraio 2004.
L’ Ipnologo deve essere diplomato e certificato da scuole riconosciute, ed é un libero professionista che svolge un’attività attinente al miglioramento personale.
L’ Ipnologo guida il suo cliente per un miglioramento delle potenzialità energetiche umane e personali.
L’Ipnologo esperto, se non è medico, NON può praticare l’ipnosi per finalità cliniche, diagnostiche o terapeutiche,ma può invece utilizzarla liberamente, in qualità di libero professionista, ai fini della crescita personale del proprio cliente, per il suo sviluppo e la presa di coscienza, oltre che per la riscoperta di risorse e l’insegnamento di tecniche atte al dissolvere disagi e per il miglioramento personale e relazionale.
(fonte: http://www.eftfvg.it/ipnosi/cosa-dice-la-legge-sullipnosi/ )
Alle 18.30, ahimè, finisce il tutto, almeno all’ UNICORN, perché il tutto viene trasferito in un bel ristorantino dove, tra vino e pesce, abbiamo protratto la giornata fino a notte inoltrata.
Domenica mattina ore 11.45 il treno riparte in direzione Torino.
TIRANDO LE SOMME:
Personalmente, da amante e praticante della materia ipnosi da molti anni, ho apprezzato molto il Workshop che, sicuramente, non era per novizi, molte cose sono state date per scontate e molte altre ripetute velocemente e magari solo in maniera marginale. Non si poteva pretendere altro in una sola giornata che ritengo sia stata molto interessante.
Jacquin è una persona affabile e competente e molto disponibile.
Una piccola nota dolente, se volessimo fare le pulci all’organizzazione, è che a tutti i partecipanti è stata mandata una copia del nuovo libro in italiano di Jacquin dopo il workshop.
Personalmente credo sarebbe stato meglio inviarla prima, dando modo di poterla utilizzare come testo da seguire e sul quale prendere appunti.
Fabio Siragusa