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La Stampa: Il boom dei fachiri metropolitani di Gianluca Nicoletti

Fachiri in varie piazze d’ Italia  e  una vecchia stampa che rivela il trucco

Il format dell’ uomo sospeso a mezz’ aria conquista i passanti, rapiti da stupore fanta mistico
GIANLUCA NICOLETTI

E’ esploso il fenomeno dei fachiri metropolitani. Le vie delle principali città d’arte italiane si stanno riempiendo di fantastici funamboli, che sembrano sfidare ogni legge di gravità. Sono gli artisti della mistica levitazione on the road, che ovunque operino, si attengono rigidamente a due fondamentali format,  sempre gli stessi seppur con minime varianti. Il primo schema prevede un lavoro di coppia: alla base un uomo accovacciato sorregge un grosso bambù, con il braccio disteso. Al vertice del palo, in apparente perfetto equilibrio, è seduto un altro uomo. Entrambi sono vestiti di un ampio abito orientaleggiante arancione, restano immobili, di fronte loro spesso bruciano bastoncini d’incenso, facendo credere che servano per aiutarli nella concentrazione.

Il secondo caso contempla un levitante singolo, che galleggia nell’aria sorreggendosi unicamente al proprio bastone, impugnato sempre con un braccio teso. In questo caso l’abito di scena è libero. Prevale spesso la contaminazione tra mistica orientale e Signore degli Anelli. Si predilige, infatti, la foggia tipica da stregone di saga fantasy: cappuccio sul capo e saio policromo, che può essere rosso, viola, azzurro, in tessuto cangiante o, al contrario, più classicamente in marrone francescano. In entrambi i casi, la preparazione del trucco avviene sotto lo schermo di un grosso sacco-tenda nero, dopo un quarto d’ora abbondante di arrabattamento il sipario viene tolto e appare la magica sospensione.

L’ uomo sospeso nell’aria è un format che sta sovrapponendosi a ogni precedente rappresentazione di strada, finalizzata alla questua. Dalle strade sono quasi scomparse le “mendicanti, accartocciate tremolanti”, i “miserrimi dai piedi nudi e senza pantaloni con solo un lacero cappotto addosso”, di solito fermi ai semafori nei giorni di pioggia, sempre meno visibili anche le “immobili prostrate faccia a terra sul marciapiede”. Sarebbe interessante studiare per quali flussi organizzativi sia stata importata alle nostre latitudini, questa modalità mistico-questuante. Il format del fachiro levitato si è affermato improvvisamente, e con un’ estensione che presuppone un’ organizzazione quasi industriale. Il trucco che permette l’illusione della sospensione a mezz’aria è antichissimo, ci sono raffigurazioni ottocentesche del trespolo dello Yogin, usato per abbindolare i turisti probabilmente già nell’ India coloniale.

La  “macchina” che permette l’ illusione è una struttura metallica, ancorata a una solida base, che passa attraverso il bastone, quindi dalla manica dell’ampio costume gira attorno alla schiena dell’ illusionista sospeso, fino a un seggiolino dove lui in realtà si siede. Sarebbe interessante sapere chi fabbrica in serie tali strutture, che, per essere sicure, devono essere costruite con una discreta tecnica. Chi poi fornisca il kit completo di sacca contenitrice, che nella fase di preparazione diventa una tenda sipario per nascondere il trucco alla folla. Sembrerebbe quasi che dietro ai fakiri urbani esista una capillare organizzazione che si occupa di gestirne il business.

Chiunque ci abbia pensato ha comunque fatto uno studio di marketing molto efficace; nonostante il trucco sia palese, ovunque si produca, il numero suscita meraviglia e ammirazione. Gli indiani, che etnicamente posseggono la quasi esclusiva nell’essere “comparse” di questa nuova attività, hanno in questa maniera superato altre forme di sussistenza emergenziale più generiche, come la vendita di rose, o il lavavetri ai semafori, riappropriandosi, come artisti di strada, di una loro tradizione storica. Il filone funziona, potremmo ancora aspettarci  fachiri fasulli su letti chiodati, incantatori di serpenti e altre globalizzate meraviglie  e misteri d’oriente, adattati a format da strada  per stupire i passanti con prodigi fanta mistici.

Fonte http://www.lastampa.it/2013/06/23/blogs/obliqua-mente/il-boom-dei-fakiri-metropolitani-ZP46ozbxfhxnZEPw1ey2wI/pagina.html

Andrea Clemente Pancotti

Principalmente sono io Andrea Clemente Pancotti: infanzia rovinata dai fascicoli di “STUPIRE!” di Carlo “Mago Fax” Faggi. Abbandona l’Arte per poi riscoprirla alla soglia degli ‘anta.“. Ora il team si e’ allargato, siamo comunque un gruppo di amatori, seriamente innamorati della Magia…

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