Magia in corsia: a Gennaio parte il breve Tour di conferenze
Sul sito World Magic Media un interessante articolo di VitoSvito sulla magia nelle corsie degli ospedali.
Karl Wagner “Safety Magic for Children” nella prefazione scrive:
“Non fate mai un gioco tanto per faro, unitelo ad un messaggio…
per prima cosa siate un intrattenitore che si preoccupa della sicurezza; per seconda cosa un mago.”
Il mio essere prestigiatore oggi parte da questa frase che mi accompagna nella vita professionale quotidiana, il punto di partenza, il percorso che non finisce mai e che ogni volta che mi esibisco, mi aiuta a capire cosa vuol dire aver dato la possibilità ad un dono di trasformarmi in quello che oggi sono come artista.
Il tutto è iniziato con il mio primo spettacolo di beneficienza che ho eseguito per l’associazione “Aiutami a non avere paura”, un’associazione nata per volontà di quei tanti genitori che per disgrazia hanno subito il dolore dell’assistere i propri figli malati di cancro.
Da loro ho imparato il reale significato della parola “coraggio” ed il loro coraggio ha un valore 100 volte più grande di qualsiasi conferenza dove viene insegnata la tecnica di un gioco di prestigio, dove viene condivisa l’idea per poi vendere l’oggetto, ma parlare di coraggio oggi può creare fastidio e non fa gola al portafoglio.
In questi anni ho avuto la fortuna di partecipare ad incontri con veri mostri della magia e della cultura magica e grazie a loro ho potuto acquisire nozioni e praticità nell’esecuzione di giochi di prestigio che ben si adattavano alla mia personalità.
Il tempo però mi ha insegnato che un gioco di prestigio non è nulla se non è collegato ad un messaggio positivo. Lavorare in corsia di ospedale mi ha permesso di andare (positivamente) contro regole “teoriche” scritte da grandi maestri, confrontarmi con l’animo dello spettatore e con esso condividere quel momento che da magia si trasforma in stupore e meraviglia.
Come sostiene Aldo Colombini, arrivare alla semplicità del gesto mentre Roberto Giobbi mi ha aiutato ad affinare la psicologia del gioco, e per ultimo l’incontro amicizia con Walter Maffei che mi ha spronato ad andare oltre al gioco per trasformarlo in qualche cosa di “diverso”.
Lentamente intorno a me ho visto canalizzare solo la voglia di scoprire nuovi trucchi, ed ho visto colleghi perdersi e concentrarsi solo nell’accumulare giochi, giochi e ancora giochi, per poi assistere ad esecuzioni che non mi trasportavano in alcun posto che trovasse spazio nel mio cuore.