Magic and Showmanship
Nell’Articolo Stop! di Alessio Rastrelli, avevo già introdotto il discorso
Magic and Showmanship
e definito che una buona presentazione è fondamentale ai fini dell’effetto. Mi preme ribadire, a distanza di tempo e ancora una volta, che con il termine presentazione non mi riferisco al solito raccontino abbozzato all’ultimo minuto per i numeri parlati, oppure alla musica strumentale scelta più o meno a caso per un numero muto, o peggio ancora ad uno script copiato a qualche noto professionista, bensì all’applicazione di tutte quelle tecniche – registiche ed attoriali – che permettono di ottenere un impatto significativo sul pubblico.
Ken Weber nel suo bellissimo Maximun Entertainment sostiene che ogni ‘atto magico’ può essere percepito dal pubblico in tre modi differenti:
- Puzzle
- Trick
- Extraordinary Moment
Purtroppo, sempre secondo Weber, la maggior parte delle performance magiche in giro per il mondo rientrano nella prima categoria. Ovvero tutti quegli effetti che, conoscendo il trucco, potrebbero essere ripetuti da chiunque (o quasi).
I Trick sono ad un livello più alto, quasi sempre proposti dai professionisti della magia, e nei quali lo spettatore percepisce che c’è un livello tecnico ed un abilità nell’esecuzione del trucco che richiede competenze particolari e tanto studio.
Gli Extraordinary Moment invece non lasciano spazio a nessun tipo di spiegazione! Per il pubblico è avvenuta una vera Magia.
Ma cosa c’entra la percezione del pubblico con la ‘presentazione’?
C’entra eccome. Noi prestigiatori non lavoriamo per noi stessi ma per il pubblico e non siamo giocolieri che devono dimostrare la loro abilità tecnica ma siamo – o dovremmo essere – creatori di Extraordinary Moment.
Purtroppo molti, moltissimi prestigiatori passano il loro tempo per eccedere nella tecnica magica e sono veramente pochi quelli che dedicano il giusto tempo alla ‘presentazione’. Ebbene vi dico che entrambe le competenze (tecnica e presentazione) richiedono lo stesso tempo, lo stesso impegno, lo stesso sforzo.
Bisognerebbe quindi dedicare il 50% del proprio studio alla cosiddetta showmanship anche perché potenzialmente ogni effetto magico nasce come Puzzle e solo con la ‘presentazione’ può essere elevato a Trick e successivamente a Extraordinary Moment.
Ma come si fa a migliorare la showmanship?
Parlerò di questo in un prossimo articolo. Per il momento ti consiglio di iniziare con tre semplici passi: iscriviti ad un corso per attori, fatti seguire da un regista teatrale, leggi Showmanship for magicians di Dariel Fitzkee.
Un’ultima cosa riguardante la Magic and Showmanship: non dimenticate che il segreto per innalzare notevolmente il livello di qualsivoglia Atto Magico è racchiuso in queste due parole: creatività e originalità.
Alessio Rastrelli
www.alessiorastrelli.it
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