“Quando la Scienza dà Spettacolo” di Silvano Fuso e Alex Rusconi #recensione #review
Di Luca Ramacciotti
“Quando la scienza dà spettacolo” di Silvano Fuso e Alex Rusconi (Carocci Editore, in vendita su Amazon https://amzn.to/2ZzjNft) è un libro che diverrà un must per tutti coloro che studiano, sono appassionati, praticano o si interessano di prestigiazione o di… scienza. In uscita il 10 settembre p.v., è un libro difficile da definire per il quantitativo di nozioni che vengono offerte al lettore (in maniera chiara e avvincente) e le conseguenti riflessioni.
Con un’introduzione di Raul Cremona e un’appendice di Sergio Della Sala il libro si divide in 18 capitoli che non solo toccano la storia dell’illusionismo o il suo connubio reale (o preteso in alcuni casi come Pinetti) con chimica o fisica, ma scendono nel dettaglio di come la mente umana si sia sviluppata nel corso dei secoli, quali siano le priorità del nostro cervello, di come si possa sfruttare a vantaggio del mago il fatto che noi non registriamo realmente la realtà, ma come scritto dai due autori la nostra mente… mente. Ognuno di noi ha una propria visione (e memoria) di ciò che ha visto e suggestioni dovute al nostro background culturale e di questo dobbiamo tenerne di conto costantemente.
Se agli inizi la magia, per portarla fuori dall’esibizioni di strada e soprattutto svincolarla dalla vendita di pozioni magiche miracolose come quelle del dott. Dulcamara di donizettiana memoria, veniva unita a finti esperimenti scientifici per nobilitarla, piano piano il rapporto mutò grazie a personaggi come Robert-Houdin e soprattutto a illusionisti che per primi scesero in campo per smascherare possibili frodi legate anche allo spiritismo o alle pseudoscienze (Houdini o Randi). Se da una parte erano sempre esistiti connubi come matematica e magia, viene sottolineato come il rapporto tra scoperte scientifiche e magia si sia poi sviluppato influenzandosi a vicenda.
Se i fratelli Lumière inventarono il cinematografo chi ne capì le vere potenzialità facendo sviluppare questa tecnologia furono un mago e un trasformista. Viceversa, la sostituzione in chirurgia del cloroformio con l’etere dietilico diede l’idea a Robert-Houdin della “Sospensione etera”. Questi alcuni esempi tratti da questo libro che sinceramente ho riletto due volte con piacere segnando quelli che, per me, erano dei passaggi estremamente importanti perché la base di ogni capitolo è comprendere come possiamo rapportarci al mondo, capire perché si può credere alle cure miracolose oppure come è che vediamo o sentiamo in maniera scientifica.
Come il meraviglioso ci possa attrarre, perché decidiamo di farci “ingannare coscientemente” da un prestigiatore, come la scienza o la tecnologia (gli automi di Robert-Houdin) sia stata fonte di sorprese non meno magiche della prestigiazione stessa e di come l’evoluzione scientifica (basti pensare agli sperimenti elettrici di Edison e Tesla che hanno ispirato anche film come Prestige) spesso abbia spinto la magia a trovare nuove sofisticazioni da proporre al pubblico.
Segnalo il capitolo dedicato ad Escher che potrebbe sembrare fuori contesto, ma che in realtà ancora una volta sottolinea come la matematica e il proporci delle realtà possibili possa far scattare alcuni meccanismi del nostro modo di ragionare. Importantissimi come non mai i capitoli “I comitati scettici”, “Neuroscienziati e illusionisti” e “Psicologia dell’inganno” sia per gli strani tempi in cui viviamo dove l’uomo che non ha studiato crede che chi ha una laurea lo possa ingannare sia perché fanno comprendere i meccanismi del nostro modo di pensare, di focalizzare l’attenzione (e quindi come distrarla attraverso la misdirection) e di come chi studia una vita per ingannare il suo prossimo in scena possa essere di aiuto agli scienziati per analizzare sia il nostro cervello sia le possibili reazioni. Perché gli scienziati non sono necessariamente attrezzati per difendersi da possibili trucchi messi in atto dall’uomo.
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