Recensione Asylum a Chivasso; 2 giorni con Antonio Argus
Più che una recensione sarà una cronostoria dell’accaduto; un racconto di inaspettati eventi dall’aspetto “paranormale”, paura, coraggio, grande professionalità e perseveranza.
Presso il Teatrino civico di Chivasso era tutto pronto, Antonio Argus dietro le quinte, in costume, aspettava il via dell’organizzazione del Circolo Magico 2 di Picche che sarebbe arrivata di lì a pochi minuti, ma ecco che accade l’inaspettato: buio in sala!
Il pubblico tra le risate crede che sia una trovata dell’organizzazione per traghettare ancora più efficacemente nell’atmosfera gotica di Asylum l’auditorio: non è così.
Tra gli organizzatori inizia a seminarsi il panico, i minuti scorrono e nessuno sa dare indicazioni di cosa sia successo. Meglio di Sherlock Holmes ci si divide raccogliendo indizi per il quartiere e la verità non tarda a venire a galla (aiutati anche dall’ingombrante presenza di due camion dei vigili del fuoco): tre centraline dell’enel sono scoppiate, e probabilmente il danno non verrà riparato fino a lunedì. Nel frattempo sono passati più di 40 minuti, il pubblico paziente è stato avvertito delle condizioni dall’organizzazione, ma a questo punto una decisione andava presa.
Organizzatori, staff, performer e tecnici, nei camerini (che con l’illuminazione intermittente sembrano anche questi usciti dalla mente di Antonio) discutono delle varie possibilità, finché Antonio non prende la situazione in mano decretando “Il pubblico è venuto fin qui per vedere lo spettacolo, non sarà deluso!”.
Nelle menti dei presenti riecheggiano le note di “The show must go on” mentre si chiede ancora qualche minuto di pazienza agli spettatori, spiegando la situazione e ringraziandoli per avere atteso.
Alle 22 lo spettacolo comincia alla tenue ed intermittente luce delle lampade di sala.
Antonio non si risparmia, senza musiche, senza luci, senza proiezione e senza microfono accompagna con una presenza scenica invidiabile gli spettatori in questo bizzarro luogo, fatto di figure tormentate, di criminali e di reietti, ognuno con una storia da raccontare, ognuno con un potere da dimostrare.
Gli ospiti del Teatro vengono coinvolti in prima persona durante i vari esperimenti, e ogni numero lascia gli astanti a bocca aperta.
L’incredibile capacità di calcolo fa ansimare di incredulità l’intera platea, e tutti rimangono shockati dalla precisione con cui uno dopo l’altro Argus snocciola i pensieri delle “cavie”, condizioni le scelte, preveda gli eventi.
I vari esperimenti prodotti sono legati dalla storia di un luogo dall’apparenza maledetto, un ospedale psichiatrico caduto in rovina, e bruciato da un incendio. Antonio guida sapientemente il pubblico in questo viaggio tra reperti, documenti, vecchie scatole che contengono cartelle cliniche, tanto che il pubblico stesso a un certo punto crede di essere lì: ad Asylum.
Tutto procede fino al numero finale, quando a 10 minuti dalla fine anche le tremolanti luci di sala si spengono e si rimane così: tutti al buio più completo, ma a questo punto la sfida non può essere abbandonata: lo staff di Antonio mette mano a due potenti torce e le punta sul palco, come improvvisati occhi di bue.
Lo spettacolo si conclude e viene svelata una shockante verità; tutti lasciamo Asylum e il teatro oscuro, tra scroscii di applausi, complimenti e soprattutto di fronte alla grandissima professionalità di un performer, e all’amore profondo che nutre per la sua arte, grande quasi quanto il rispetto per il suo pubblico.
Il giorno dopo la conferenza si dimostra decisamente di un altro peso (ben più leggero). Dopo i continui ringraziamenti per la professionalità Antonio inizia senza indugi spiegando come arriva ai suoi effetti, come li fa propri, svela i misteri dei suoi cavalli di battaglia: Inception: un’incredibile predizione; delle buste da mentalista eccezionali; un effetto con delle locandine di film, e l’arma che ogni mentalista dovrebbe avere nel suo arsenale: il warehouse deck!
Non si limita a questo, ma risponde a tutte le domande sul suo spettacolo, spiega brillantemente le tecniche impiegate e quelle che preferisce per le varie situazioni e si dimostra disponibile ad ogni intervento da parte del pubblico, il tutto citando sempre le fonti e i creatori originali con grandissima onestà intellettuale consigliando anche varie fonti su cui studiare.
Non credo rimanga altro da dire se non BRAVO ANTONIO, vorrei ce ne fossero più di artisti così!