Recensione: Silvan, La Magia della Vita (libro)
Leggendo questo libro nel silenzio della camera da letto, a fine giornata, si entra in un mondo magico, la storia del più grande prestigiatore italiano, uno dei più grandi al mondo. Le parole scritte sembrano davvero uscire dalla sua bocca, si ha l’impressione vivida, forte, di sentire Silvan che racconta quello che si trova nelle pagine… una presenza forte, che ti fa davvero credere che voltandosi lo si possa trovare a fianco nel letto in smoking che ride sornione!
Scusate la boutade, ma e’ davvero questa l’impressione. Il libro ha proprio il suo stile, impeccabile, ammaliante, proprio come quando lo si vede in televisione. E’ davvero un libro su Silvan, scritto da Silvan, non credo ci possano essere dubbi a riguardo.
Poco di più si puo’ aggiungere, questo libro e’ Silvan, se piace il personaggio e la persona, questo libro vi piacerà tantissimo.
Silvan, al secolo Aldo Savoldello, racconta, in un corposo libro, gli aneddoti che hanno segnato la sua carriera, arricchendoli con mille dettagli, davvero, proprio come fa quando li racconta in TV. E’ davvero un libro “magico”, quello che dice nelle interviste che passano in TV e’ quello che si puo’ trovare nel libro, e dimostra la grande lucidità e memoria di questo monumento vivente alla Magia (vincitore di “oscar” e “nobel” della Magia!).
Se siete appassionati di Magia dovete leggere questo libro, a prescindere se vi piaccia o meno lo stile dell’autore, non ci sono trucchi svelati ( i simpatici “tutorial”), ma tante avventure e meravigliose esperienze di vita che hanno segnato la vita del nostro caro Silvan! Bravo Maestro!
Copertina rigida, 287 pagine, Mondadori (7 aprile 2015)
Descrizione
L’autobiografia del mago più celebre d’IItalia. Nato a Venezia, oltre settant’anni fa, Aldo Savoldello inizia da bambino (7 anni) a divertirsi e divertire in famiglia, all’oratorio e con gli amici, con i classici giochi di prestidigitazione (quelli delle carte, i foulard, le cordicelle, le monetine), perché il suo desiderio già allora era stupire. Ventenne, decide di fare di questa passione il suo mestiere e viene “battezzato” Sylvan da Silvana Pampanini durante una trasmissione di Enzo Tortora. Inizia così una vita professionale ricchissima di successi, ma anche di qualche delusione, di molta dedizione e tanti sacrifici, in cui Silvan ha cavalcato i palcoscenici di mezzo mondo, dai teatri di provincia a quelli di Parigi e Londra, ha condotto (e prodotto) spettacoli televisivi, recitato in film di registi famosi. Ha vinto inoltre importanti premi come il Merlin Award, è stato eletto (unico straniero) ben due volte Magician of the Year. Un’autobiografia che è il ritratto di un personaggio straordinario e insostituibile del mondo dello spettacolo, ma anche di un’Italia capace di sognare.
Bianche colombe che compaiono all’improvviso, carte da gioco lanciate in aria con incredibili predizioni, levitazioni spettacolari… Silvan è per tutti noi il Mago dei maghi: elegante, garbato, dal sorriso imperturbabile, capace di strabiliare adulti e bambini con pochi gesti perfettamente calcolati ed eseguiti con impareggiabile destrezza. Se la prestidigitazione ci è familiare – la consideriamo ormai un’arte, assistiamo di frequente a spettacoli in tv, possiamo acquistare scatole magiche nei negozi di giocattoli – è per merito di Silvan, che qui ci racconta la sua straordinaria vita. Come si diventa un mago? O meglio, come si diventa Silvan? Nato a Venezia, Aldo Savoldello – questo il suo vero nome – all’età di 7 anni viene coinvolto nell’esibizione di un prestigiatore in una trattoria veneta e rimane irrimediabilmente colpito dal bacillus magicus, nonostante quelli siano anni in cui la magia è considerata qualcosa di disdicevole, tanto che suo padre, solo all’idea che il figlio voglia farne la propria professione, chiede il consulto di uno psichiatra. Il futuro mago incomincia a leggere libri che trattano dell’argomento (oggi ha una biblioteca di migliaia di rarissimi volumi), a esercitarsi con la manipolazione delle carte, a organizzare spettacolini per gli amici col nome d’arte di Saghibù. Come sia avvenuto il passaggio da Saghibù a Silvan, applaudito nei teatri di tutto il mondo e capace ancor oggi di emozionare migliaia di spettatori con La Grande Magia, come sia riuscito a trasformare la magia in qualcosa di positivo nell’immaginario collettivo («Il mio sogno era che alla fatidica domanda “Cosa vuoi fare da grande?” i ragazzi rispondessero: “Il mago!”») è quanto ci raccontano queste pagine. Un libro entusiasmante che ci svela alcuni sorprendenti episodi della sua vita familiare e professionale, mostrandoci il «dietro le quinte»: le ore di esercitazioni quotidiane, la fatica, i sacrifici, la dedizione necessaria a far sì che una passione si trasformi in… magia. «Maghi lo si diventa un po’ alla volta: il seme della magia dà vita a una pianticella che nasce, cresce e si fortifica col tempo dentro di noi. … Non si diventa mago per incantare gli altri, per convincerli di qualcosa, per conquistare cuori, per diventare ricchi o per acquisire la popolarità. Si diventa maghi perché è l’unica cosa che si sogna di diventare. Buona magia a tutti!»
Pingback: Recensione: Silvan, La Magia della Vita (libro) | Auto Magic