Shattering Illusions di Jamy Ian Swiss, recensione
Il titolo “Shattering Illusions“, a mio parere, è già un primo punto su cui fermarsi a riflettere: la traduzione italiana “Frantumare le illusioni” non riesce a rendere giustizia alla pluralità di significati che il termine inglese evoca nel lettore.
“Shattering” – letteralmente rompere, mandare in frantumi – può essere inteso anche in senso figurativo, come qualcosa di scioccante o di emotivamente forte. Poi il termine illusioni, che è associato solitamente ad una percezione ingannevole o ad una convinzione falsa, nel nostro ambito viene usato anche per descrivere l’effetto magico. Sono questi i riflessi che il titolo ci restituisce solo cambiando prospettiva d’interpretazione e ognuno di loro trova una giustificazione nei contenuti.
A volte, infatti, l’autore scaglia parole furiose contro alcune abitudini o idee che crede stiano danneggiando il mondo magico, nella speranza di distruggere tali illusioni. In altri saggi, invece, ricorda dei momenti in cui è stato testimone delle devastanti illusioni che riuscivano a creare con la loro magia personaggi del calibro di Vernon o Goshman. Così come si trovano dei passaggi in cui descrive gli atteggiamenti che secondo lui finiscono per distruggere l’impatto delle illusioni magiche e la credibilità della magia; o anche racconti d’infanzia nei quali si è reso conto di essere rimasto vittima di forti illusioni, per esempio con la sua prima cotta.
Dopo il titolo troviamo una sua foto, uguale a quella che è in fondo all’articolo…
Quello non è uno sguardo inebetito come potrebbe apparire ad un’occhiata superficiale. Sono gli occhi di chi nella sua esperienza ha imparato a gestire il non conosciuto, ad affrontare l’improvvisazione. E percorrendo le 203 pagine cominciamo a notare la rilassatezza del suo viso, gli angoli della bocca lievemente sollevati in un sorriso interiore e quella postura che profuma d’invito (se non di sfida) ad entrare nel suo mondo di oneste bugie.
In realtà, infatti, le due eleganti copertine rigide preservano lo spessore del suo punto di vista solo per coloro che hanno il coraggio di guardare davvero dentro quell’abisso che si apre dietro alle sue parole.
“Shattering Illusions” è organizzato in tre sezioni, per un totale di venti saggi: quindici pubblicati originariamente su Genii, due recuperati dalle note di una sua conferenza dal titolo Theories più quattro saggi aggiunti apposta per questa pubblicazione (…e per gli appassionati di matematica i numeri sono tutti esatti. Per scoprire il tru**o dovrete acquistare il volume!)
Questo è l’indice tradotto:
Carne da cannone
- Perché la magia fa schifo
- La crescita del mentalismo
- Etica con il contachilometri
- Esposizione decente
- La magia negli anni dell’informazione
I giorni passati
- I veri segreti
- Una breve storia dei bar magici
- La scritta sul muro
Un mago si prepara
- Spettatori ed altri oggetti
- Vecchio, nuovo, preso in prestito e tristezza
- Tecniche, bugie e Videocassette
- Primo non nuocere
- Bell’effetto, brutto effetto
- La Too-Perfect Theory in azione
- In difesa della tecnica
- Gesti innaturali: chiamare in causa il sovra-naturale
- Un messaggio pubblicitario
- Lezioni e apprendimento
- Gli elementi dello stile
- La ricerca del mistero
Gli articoli raccolti nascono a partire dal 1987 fino al 2002, anno della prima pubblicazione del libro. Alcuni, come avrete già intuito dai titoli, sono fortemente provocatori, altri più filosofici fino ad arrivare a saggi di natura storica o semi-biografica. Ogni pezzo è contornato da uno o più aforismi che Swiss ha raccolto ed alla fine di alcuni articoli, è stato aggiunto un compendio che li espande e li aggiorna con i pensieri dell’autore nel momento della pubblicazione.
L’interesse per approfondire il pensiero di Jamy Ian Swiss è nato in me durante la lettura di Magic in Mind; una raccolta di saggi teorici di vari nomi magici importanti disponibile gratuitamente, nella quale comparivano tre dei suoi articoli di cui due appartenenti a questo libro. Quello che mi ha colpito fin dalla prima lettura (e che ha trovato conferma durante l’intero libro) è stato il suo stile di scrittura così diretto, lucido e semplice solo in apparenza che ha il potere di spostare “il velo di Maya” che ci annebbia la vista ad ogni argomento trattato.
Inoltre, seppure i saggi siano stati scritti circa vent’anni fa riescono ancora ad essere attuali. Alcuni mi hanno trovato già d’accordo, a volte suggerendomi parole per descrivere cose che sapevo solo a livello implicito; altri invece, esponendo in maniera molto convincente una posizione diversa da quella che avevo, mi hanno stimolato a riconsiderare diversi elementi del mio pensiero; infine alcuni articoli sono riusciti proprio a colpirmi nel vivo ed è soprattutto per questo che intendo consigliarne la lettura. Nel corso del libro, inoltre, Jamy Ian Swiss cita o suggerisce lo studio di molti testi, alcuni poco conosciuti e altri purtroppo fuori stampa; per questo le pagine di cui vi sto scrivendo non stimolano solo riflessioni personali, ma possono anche essere delle bussole per i nostri prossimi studi.
Ho cominciato a far magia nel 2007, quindi c’erano già video su you tube e il marketing magico spingeva i DVD più che i libri. Se non fosse stato per un forum di magia in rete, simile a questo, e per qualche amicizia che ho stretto nel club magico della mia zona probabilmente non sarei riuscito ad apprezzare la forza della magia come faccio oggi. Forse la mia curiosità si sarebbe spenta, invece di tramutarsi in interesse, impegno e ricerca per sviluppare una mia dimensione artistica. Di sicuro avrei sottovalutato, come continuano a fare molti personaggi in vista sul web, l’importanza dell’etica e della proprietà intellettuale nel nostro ambiente.
Nonostante abbia avuto una grande crescita da quando ho usato le carte per scopi diversi dalla briscola della domenica con i nonni, leggendo le pagine che vi sto recensendo mi sono sentito di nuovo un principiante. Ho anche scoperto dei punti ciechi che non avevo considerato sul mio personaggio o sul mio stile e sono sicuro che traducendo le parole impresse in queste pagine in esperienza personale avrò tanta altra meraviglia da scoprire e da far scoprire ai miei spettatori. Se avete avuto un percorso assimilabile al mio allora la lettura diventa quasi obbligatoria!
Per concludere vorrei parafrasare un passaggio dell’introduzione di Patrick Watson al libro: è importante leggere piano per sentire il ritmo, ammirare la struttura e farsi delle domande di tanto in tanto; perché, esclusi quelli che lo sono già, uscirete dall’immersione in questo libro ben più consapevoli del profondo valore della nostra arte.
Buona lettura 😉
P.S. Per quelli di voi che sanno anche leggere tra le righe questo messaggio può rivelarvi un aforisma Vernoniano che ha citato Swiss ed è risultato nuovo a tutti gli studiosi del professore di sua conoscenza.
Di Alessio Santini – Dr. Santoch