Sim sala bim, la nuova passione italiana per la magia
Intorno ai club ruotano 5mila appassionati. Qualcuno viene anche assunto per smascherare i bari
di Lidia Baratta
Bacchetta, carte e foulard. Ogni mercoledì sera, al Club di arti magiche di Milano, Clam come lo chiamano tutti, in trenta tra maghi e aspiranti maghi si ritrovano negli spazi delle Fonderie napoleoniche per seguire le lezioni della scuola di magia. Argomento: i trucchi del mestiere. Letteralmente. Il più piccolo della classe ha 12 anni, i più grandi superano anche i 70. Dietro la cattedra c’è Arduino Puglielli, grande manipolatore – come si chiamano i maghi specializzati nei giochi con le mani – famoso negli anni Ottanta. Si comincia con il più classico dei giochi: si sceglie una carta dal mazzo, si mostra al pubblico e il mago indovina qual è. Ma al momento di svelare il trucco, in classe restano solo gli studenti. La prima regola della magia è: il trucco è segreto e solo gli iscritti al club possono conoscerlo. Niente può essere rivelato all’esterno.
C’è chi lo fa per hobby, chi vorrebbe usare la magia per lavoro, chi si è già esibito qualche volta ed è qui per perfezionarsi. Superato l’esame, si ha accesso agli incontri del club del venerdì, dove i maghi si scambiano le tecniche per eseguire i trucchi. Non tutti, però. Ognuno tiene i migliori per sé. La magia è fatta anche di competizione.
Secondo i dati del Club magico italiano, l’“associazione di categoria” che conta 30 delegazioni cittadine e regionali, gli appassionati che ruotano intorno alle scuole e ai club di magia di tutta Italia sono circa 4.500-5.000. Dieci anni fa erano 2mila in meno. Qualcuno lo fa per passione, altri sono professionisti. «Alla crescita degli appassionati hanno contribuito molto i video tutorial su YouTube e i programmi televisivi di magia», spiega Gianni Loria, presidente del Club magico italiano. Dynamo, il giovane illusionista protagonista di un programma su DMax, è ormai un mito per molti adolescenti italiani. Non a caso l’età media degli iscritti ai club negli ultimi cinque anni si è molto abbassata. «Riceviamo tante domande di iscrizione», dice Loria, «ma pochi resistono al mondo professionale. Non basta scimmiottare il trucco appreso da Youtube, devi saperlo presentare sul palco davanti al pubblico».
Essere un bravo mago non basta, bisogna essere anche uno showman. Ma si deve avere molta pazienza. Perché gli altri non si accorgano del trucco, si passano ore e ore a ripetere gli stessi piccoli movimenti. E si leggono anche molti libri. Tomi e tomi di tecniche magiche. È quello che ripetono in tanti al Clam: “Per diventare un professionista ci vuole molto allenamento”. Tutti raccontano che uno come Raul Cremona, che del Clam è presidente, passa almeno 4-5 ore al giorno con le carte in mano. Non a caso, tra gli studenti c’è anche qualche sportivo, già abituato agli allenamenti solitari. Un nonno, ex ingegnere in pensione, dice di ripetere i trucchi di magia con la nipotina. «Mi è bastato vedere la sua faccia quando ho fatto volare la bacchetta», racconta. Il più piccolo in classe ha 12 anni, accanto a lui c’è anche il padre. «Ho imparato diversi trucchi su YouTube», racconta il ragazzino, «ora sono qui per perfezionarmi. Da grande voglio fare veterinario, ma anche il mago».
I principianti cominciano tutti insieme. Poi ognuno si specializza in qualcosa. Ci sono gli illusionisti, i prestigiatori, i manipolatori, i mentalisti. Il primo passo per tutti è impostare la mano per tenere le carte nel modo giusto. «Si chiama posizione di servizio e serve a distribuire le carte», spiega Puglielli. Anche i foulard non vanno sottovalutati: quelli dei maghi non sono come gli altri, sono fatti di una sottile seta cinese. Per le monete, invece, si consiglia di scegliere il mezzo dollaro americano. Perché si vede meglio dalla platea e ha un tintinnio più forte.
In Italia, in realtà, sono pochi gli spettacoli di magia che fanno staccare migliaia di biglietti. I nomi che fanno muovere i soldi si contano sulla punta delle dita. Uno su tutti è Arturo Brachetti, attore e trasformista, l’unico mago che in Italia riesce a collezionare 5mila spettatori in un week end. Tra i nomi più conosciuti ci sono anche quello di Francesco Tesei, noto mentalista, e Gaetano Triggiano, illusionista di fama mondiale. Ma il pubblico non va mai oltre i 1.500 spettatori. Gli altri vanno all’estero, a lavorare per le tv straniere, o nei grandi cabaret di tutto il mondo, dove i cachet sono più alti. Qualcuno si esibisce sulle navi da crociera, nelle convention o nelle feste private dei potenti del mondo. Come Eddy, un altro dei grandi maghi formatisi al Clam di Milano, che si esibisce alle corti di Putin e Berlusconi anche 40mila euro a serata. A tutti gli altri restano le piazze e le feste di compleanno per i bambini.
Alemari, crasi di Alessandro e Maria, sono una coppia di maghi, che ad Agrigento si esibiscono in spettacoli, sagre e feste di compleanno. Insieme tengono anche diversi corsi per bambini e adulti. Le classi per bambini, raccontano, «sono sempre piene. E se negli anni scorsi si faceva fatica a comporre le classi per adulti, da un po’ di anni ci sono almeno 15 persone». Loro hanno cominciato 15 anni fa, facendo un corso di giocoleria, e da lì hanno scoperto il mondo della magia. «Con questo lavoro», dicono, «si può vivere». Alessandro e Maria partecipano alle conferenze e seguono corsi di aggiornamento. «La magia è per ricchi», raccontano. «Più sei ricco, più sei mago». Ogni corso di aggiornamento costa centinaia di euro. E per assistere al campionato italiano se ne spendono anche 300. «Però più ti aggiorni, più diventi un professionista, più sale il cachet». È questo il trucco.
Anche gli oggetti di scena costano. A meno che non ci si specializzi nel close-up, la magia con le carte o le palline a poca distanza dal pubblico, puoi spendere anche molti soldi. Alessandro e Maria, per risparmiare, hanno imparato a fabbricarsi da soli gli oggetti di scena. Come la famosa scatola per la donna tagliata a metà. «Devi saperla costruire in base all’altezza della donna che la usa», racconta Alessandro, «calcolando le giuste misure per la parte in cui la donna si nasconde. Altrimenti rischi di finire e dover rifare tutto da capo».
Una rampa di lancio, anche per i maghi, di certo può essere la televisione. Che non sempre ha fatto bene al mondo della magia. Antonio Casanova è un nome che non tutti pronunciano con piacere in questo ambiente. Gli capitò di sbagliare un trucco durante uno spettacolo di fine anno a Trieste. Antonio Ricci, quando vide l’errore, pensò subito di ingaggiarlo a Striscia La Notizia facendogli sbagliare i trucchi volontariamente. Per molto tempo illusionisti e prestigiatori divennero per il pubblico “quelli che sbagliano”. A ogni spettacolo c’era qualcuno che urlava “Casanova!”. Tanti lo accusano di aver infangato la professione. E ancora oggi il mago di Striscia non può frequentare i club di magia italiani.
Ma molte trasmissioni, come La Grande Magia, andata in onda su Canale 5 a gennaio 2013, sono servite a lanciare diversi maghi. Diversi canali si stanno popolando di filmati di magia. E l’impressione che si ha è che i maghi saranno i nuovi cuochi della tv dei prossimi anni. Dietro tanti programmi c’è il nome del prestigiatore Walter Rolfo, che molti indicano come colui che ha fatto rinascere la passione per la magia in Italia. Nel 2008 ha creato l’associazione Masters of Magic, che ogni anno organizza a Saint-Vincent il Congresso Magico e produce diverse trasmissioni e cartoni animati dedicati al mondo della magia. E grazie a Rolfo a luglio 2015 si terranno per la prima volta in Italia, a Rimini, i campionati mondiali di magia organizzati dalla Fism, Fédération Internationale des Sociétés Magiques, con 500 conferenze e spettacoli di tutti i tipi. Costo di partecipazione: 600 euro. La magia è per ricchi, avevamo detto.
Eppure i maghi non servono solo a fare spettacolo. Ci sono quelli che vengono assunti dai casinò per smascherare i bari. E quelli che invece scoprono i finti medium. I veri nomi non si conoscono, in questo ambito si lavora solo sotto pseudonimo. Al Clam si fanno anche corsi dedicati ai gioiellieri di Milano, per conoscere i trucchi e non farsi derubare da chi usa la magia per mettere a segno i furti. Una delle basi del gioco di prestigio è la misdirection, cioè la capacità di indirizzare dell’attenzione sulle parti del gioco che il mago ritiene più opportune, sviando così l’attenzione dalle mosse che non devono essere viste. Se un gioielliere impara i segreti della misdirection e li legge al contrario, potrà scovare il ladro. Un esempio: un mago tende ad attirare l’attenzione su una mano allungata in alto, mentre con quella in basso mette a segno il trucco. O il furto.