“Solo” di Arturo Brachetti, recensione
“Solo” uno spettacolo sicuramente all’altezza delle aspettative!
(Gennaio 2018, Teatro Colosseo, Torino)
Un viaggio all’interno della casa di Arturo, rappresentata sul palcoscenico da un modellino, in cui l’artista ci accompagna con una microcamera, si passa dalla camera da letto alla cucina, dal solaio al bagno, sempre alla ricerca di oggetti che animandosi stimolano il ricordo del passato.
Momenti di pura magia durante i numeri di trasformismo in cui Arturo Brachetti ha saputo creare delle nuove storie e nuovi soggetti, molto divertente, ed impegnativo nell’esecuzione, (non che gli altri numeri siano da meno…) il matrimonio napoletano, dove l’artista impersona nella stessa scena tutti i personaggi , un vero omaggio al grande Fregoli!
Lo spettacolo è suddiviso in quadri, si parte dalle favole per bambini per passare ai telefilm degli anni ’80, una rappresentazione delle quattro stagioni, e poi una bella metafora su come la nostra vita possa essere paragonata ad un pranzo con tutte le sue portate, per arrivare ad un vero e proprio juke box con una play list contenuta in un telefonino preso nella borsa di una spettatrice, lo show è un crescendo di emozioni, con alcuni momenti di interazione con il pubblico.
Bella l’idea di sdoppiare la propria ombra con un attore/ballerino con cui Arturo interagisce, un’ombra vivace che ricorda molto quella di Peter Pan.
Molto poetico il momento in cui il palcoscenico viene invaso dai suoi disegni sulla sabbia, sand painting, una vera favola ad occhi aperti.
Non mancano i classici di questo artista: le ombre cinesi sono sempre molto apprezzate da grandi e piccini, e la chapeaugraphie, l’arte di dar vita a personaggi (25 in questo caso) semplicemente utilizzando un panno di feltro forato diverte il pubblico che ne rimane estasiato.
Lo spettacolo, della durata di 90 minuti, corre veloce in un susseguirsi di emozioni, fino al numero in cui, in una sorta di battaglia tra il bene ed il male, i laser la fanno da padroni e Arturo ci vola letteralmente dentro.
L’atmosfera creata dalla perfetta unione delle luci della musica e dal video mapping è sempre molto azzeccate e trasporta lo spettatore in questo bellissimo viaggio.
Il grande finale è degno di nota e, al momento degli applausi, ha presentato tutti i suoi assistenti facendoli entrare in scena, e …. credetemi sono veramente tanti…
Uno spettacolo che consiglio, e che rivedrei volentieri! Grazie Arturo!
Di Fabio Cuccè.
Spettacolo alla Versiliana di Arturo bracchetti. Orrendo, noioso, privo di qualsiasi forma d’arte. Delusione totale.
L’evento a cui ti riferisci, però, non è “Solo”, ma lo spettacolo “Arturo racconta Brachetti” e la descrizione dello spettacolo dice:
L’uomo dai mille volti, che in un battito di ciglia (o forse due) è capace di trasformarsi in mille personaggi, si racconta in una serata speciale fatta di confidenze, ricordi e viaggi fantastici. Fregoli, Parigi e le luci della Tour Eiffel, Ugo Tognazzi, le ombre cinesi, la macchina da cucire della mamma, il Paradis Latin, e le mille fantasie di un ragazzo che voleva diventare regista o papa, prendono vita in un’intervista frizzante al confine tra vita privata e palcoscenico.
Sarà come entrare nel dietro le quinte della vita di Arturo Brachetti, parlando dei suoi debutti, dei viaggi intorno al mondo, della vita quotidiana, delle “mille arti” in cui eccelle e altro ancora. Partendo dal racconto della sua storia e dal solaio in cui tutto è iniziato attraverso la storia del varietà, del teatro, delle arti circensi, l’artista italiano, senza maschere e senza trasformismi, ci farà scoprire perché è la realtà immaginata quella che ci rende più felici…