Talent or not talent?
Di Luca Ramacciotti
Premessa. C’è una sostanziale differenza tra “Italia’s Got Talent” e “Tú sí que vales” dove nel primo si vanno a mettere in risalto maggiormente le esibizioni e nel secondo i giudici che con i loro commenti e scketches sovente banalizzano il tutto (senza considerare il diverso comportamento tra due appassionati di magia quali Mammucari e Matano).
I talent sono un male o sono un bene? Sicuramente sono un’importante vetrina che permette di farsi conoscere al largo pubblico anche se alcuni contro ci sono.
Prima di tutto è fondamentalmente sbagliato andare a un talent se non si ha una solida e professionale base alle spalle. Abbiamo visto come, negli anni, maghi pasticcioni abbiano messo in cattiva luce quest’arte. Il talent, si sa, non può presentare solo artisti notevoli per cui sono previsti questi inserti, ma il performer dovrebbe essere cosciente del suo livello ed evitare queste gogne pubbliche.
Inoltre, dobbiamo ben comprendere quale esibizione portare perché purtroppo si incappa in persone che invece di godersi lo spettacolo vanno in cerca del possibile errore come si legge nei commenti alla pagina di IGT.
O coloro che hanno l’ovvia soluzione.
Un altro problema è lo svelamento dei trucchi da parte di terzi o sedicenti addetti ai lavori come, nel caso di Ludovica Maira che, probabilmente, le ha escluso la possibilità di partecipare alla finale.
E lo stesso discroso vale per Lupis (Daniele Lepantini).
Si comprende dalla voce dello Svelatore come lui, sicuramente, non sia mai salito su di un palco professionale perché non ha la minima consapevolezza di come si deve usare la voce. Tono costantemente piatto e termina le frasi come sempre ci fosse un tono interrogativo oltre alla forte accentazione. Il problema, come si discuteva nell’ambito di una riunione del Magic Workgroup di Roma, che sovente gli stessi siti di magia spiegano gli effetti.
Quindi il gioco vale la candela? I pro sono a favore perché oltre a essere conosciuti dal vasto pubblico, come si diceva prima, c’è la possibilità di fare una grande esperienza personale e professionale e di arrivare anche sul podio con una soddisfazione non solo da parte del performer, ma un innalzamento di quella che è la magia spesso vista solo come un’arte per i bambini o un rompicapo da svelare.
Inoltre non è tutto improvvisato come potrebbe sembrare, ma gli artisti sono seguiti fin dall’inizio non solo con selezioni pre andata in onda, ma anche proprio dando a loro consigli e suggerimenti.
Quest’anno IGT ha presentato diversi professionisti del settore quali, tra gli altri Alberto Giorgi e Klek Entos alias David Stone, e ha portato Francesco Fontanelli al II posto del podio finale.
Sia Antonio Vaglica (il vincitore) sia Simone Corso (III posto), oltre alla reale bravura, avevano delle storie personali di forte impatto per il pubblico quindi il secondo posto di Fontanelli è quasi una vittoria.
Fontanelli ha portato due esibizioni (di cui la prima svelata dopo la finale nel canale YoouTube innanzi citato) che hanno conquistato il pubblico sia proprio per l’effetto presentato sia perché il giovanissimo toscano ha una scioltezza ed eloquio non indifferente sulla scena.
Si comprende bene come lui abbia grande talento e quanto studio e passione ci siano dietro.
Sia lui, sia Daniele Lepantini, sia Ludovica Maira, sia Paolo Lepore hanno risposto a tre mie domande ovvero come abbiano scelto l’atto da portare al talent, se hanno dovuto cambiare qualcosa per adattarlo al media televisivo e se gli autori hanno chiesto loro di modificare dei passaggi.
Francesco Fontanelli per le audizioni ha pensato a un effetto che fosse tano visuale quanto di forte impatto. Ha ideato di unire due numeri che aveva nel suo repertorio in modo da creare un unico atto e basare il tutto su una storia che potesse parlare di abilità tecnica versus magia. Per lui era importante stupire, naturalmente, ma anche far comprendere quanto studio ci fosse dietro l’arte e la presentazione di una magia. L’essere stato votato dal pubblico per la finale gli ha fatto enormemente piacere perché è stato il segno di quanto il suo lavoro fosse stato apprezzato. Per l’esibizione della finale ha deciso di puntare su un pezzo forte, un suo cavallo di battaglia con cui chiude i suoi spettacoli. Questo effetto lo esegue da anni, ma per la trasmissione vi ha apportato alcune modifiche e con un testo meno basico per far comprendere quanto si possa comunicare con la magia. Ha sempre trovato molto carini e disponibili gli autori che lo hanno seguito andandogli a consigliare (a esempio per la finale) come rivolgersi ai giudici oppure come coinvolgere Matano. Questo proprio per un aspetto meramente legato a come poi si sarebbe visto il tutto attraverso il mezzo televisivo e, cosa piuttosto importante, far sì che l’esibizione e il talento venissero fuori perfettamente.
Daniele Lepantini aveva diverse cose da proporre, ma quando lo hanno contattato gli autori gli hanno chiesto un numero che per loro potesse essere impossibile da comprendere. Sapeva che il gioco di Aronson “Shuffle Bored” non era ancora stato eseguito e conoscendone l’impatto sul pubblico ha pensato che potesse essere perfetto. C’erano anche diverse cose che aveva valutato nell’utilizzare un mazzo di carte nel programma, la prima era che un gioco di carte sarebbe dovuto essere di forte impatto e chiaro per il pubblico e poi che non richiedesse troppe tecniche di manipolazione perché tra luci e fari puntati c’era il rischio di avere le mani completamente sudate con la conseguenza di un’esibizione imperfetta. Questo è un effetto che Lepantini usa nel suo repertorio con una presentazione totalmente differente da quella portata in TV. Per il talent propose l’esperimento accompagnato da tre nani che aveva già contattato e che sarebbero stati vestiti esattamente come lui. Tutte le rivelazioni le aveva pensate e concepite con una musica a tema in cui ogni nano al momento opportuno si sarebbe tolto giacca e camicia per mostrare una maglietta con stampata la sua previsione e, nell’errore finale, si sarebbero voltati tutti e tre mostrando la scritta “eccetto il cinque di quadri”. Questa mia idea, purtroppo, non è andata in porto perché gli autori temevano che venisse ridicolizza la figura del nano. Comunque afferma che gli autori gli hanno dato degli ottimi consigli Infatti quando fu scartata l’idea dei nani, Lepantini propose una gag che esegue nei suoi spettacoli ovvero una finta caduta nel momento del falso errore quasi a sottolinearne l’imbarazzo per poi recuperare con il colpo teatrale finale della rivelazione. Secondo gli autori una cosa del genere sarebbe stata difficile farla comprendere bene con le riprese televisive e, soprattutto, il pubblico lo avrebbe identificato come il mago caduto in televisione. Quindi la componenete comica a lui cara durante i suoi spettacoli è andata persa in favore di unn atto magico di forte impatto, ma questo non ha impedito a Lepantini di essere soddisfatto perché la resa del suo numero era proprio come la desiderava lui.
Ludovica Maira inizialmente non aveva pensato di proporre il numero dei dadi, ma il book test. Infatti per il video provino, gli autori l’avevano scelta per quel numero. Poi nel corso del tempo le domandarono se avesse altri effetti interessanti da proporre e fu deciso di montare l’esibizione anche con i dadi. Il giorno stesso della registrazione per questioni di tempo le dissero che avrebbe fatto solo il numero dei dadi e non quello del book test. Questo è stato l’unico cambiamento sostanziale che c’è stato da parte degli autori che le hanno chiesto anche di modificare la sua presentazione per apparire come una ragazzina con un ben preciso look che è piuttosto lontano dal suo quotidiano. A posteriori Ludovica ritiene che questa scelta fosse ottimale, perché forse, presentandosi al pubblico con un look pulito quasi innocente quasi da “improbabile mentalista” questo abbia giocato a suo favore.
Paolo Lepore ha portato a IGT l’atto che gli è stato richiesto dagli autori dopo aver visto un estratto live sui suoi profili social. Vi ha apportato numerose modifiche coadiuvato da Francesco Tesei che ringrazia pubblicamente e con il quale ha condiviso una o più soluzioni su come rendere il tutto maggiormente televisivo. Di base la sua idea era quella di coinvolgere tutti o la maggior parte dei giudici nelle varie scelte con le quali si innescava la casualità della pagina e del libro selezionati. Ha dovuto forzare necessariamente anche la scelta del libro per motivi legati alla struttura del metodo; infatti senza entrare nel merito, per “accontentare” la richiesta degli autori avrebbe dovuto forzare anche il libro fermo restando che si sarebbe potuto far scegliere in maniera del tutto libera uno dei 4 libri messi in gioco. Lepore precisa, inoltre, che non ho usato nessun assistente dietro le quinte cosi come azzardato da qualche “leone da tastiera”. Gli autori chiesero a Lepore di modificare il numero dato che in origine avrebbe dovuto usare un dado per la scelta, ma questi erano già stati usati da un altro concorrente e quindi Lepore cambiò il metodo opzionando l’idea delle buste. Lepore doveva usare solo i 4 giudici con Matano che avrebbe “percepito” il pensiero di Federica, ma poi gli autori vollero usare Lodovica come ricevitore. Lì c’è stata anche la richiesta di non farle tenere troppo a lungo le mani sulle orecchie perché era una posizione poco comoda o bella da vedersi in tv e gli proposero delle cuffie, ma con quelle il pubblico avrebbe pensato lei potesse sentire il suggerimento e le fece scartare decidendo che solo all’ultimo istante la Comello mettesse le mani sulle orecchie.
Le esibizioni si possono rivedere qui https://www.italiasgottalent.it/video