Temptations of Coins di Americo Rocchi #intervista #interview
Mi riesce difficile definire e recensire questi due volumi perché sono talmente di ampio respiro e pieni di suggerimenti, dettagli, sottigliezze, foto e spiegazioni che è davvero impensabile ridurre il tutto a una semplice disanima di questi due importanti lavori.
Sono libri video (sfogliateli e comprenderete il perché) in cui si è condotti passo passo a imparare NON solo tecniche, ma anche come condurre la nostra esibizione per far sì che le monete divengano magia pura e non un mezzo per compiere prodigi.
Per meglio parlare di questi importanti lavori ho condotto con l’autore stesso una conversazione.
Quando ti sei avvicinato alla monetomagia e perchè?
Avevo 16 anni e facevo già il prestigiatore. Ero appassionato di tutte le manipolazioni e le monete tra tutte mi affascinavano per la loro tipica essenza! Belle da vedere, sonanti, tintinnanti con assonanze verso la mia grande passione , la musica!
Le studiavo sempre insieme a carte, palline e quant’altro, ma quel giorno successe qualcosa di straordinario. Stavo a Parigi per un viaggio con amici. Una gita. In albergo la sera ci ritrovavamo nella reception per chiacchierare e scherzare. La notizia delle mie qualità magiche si palesò ben presto e, dopo poco, su grande richiesta mi invitarono a fare qualcosa! Non avevo nulla come me se non alcune monete! Bene sciorinai tutto quel che avevo studiato e mi accorsi che tutti erano ipnotizzati, persino alcuni passanti che passeggiavano fuori si fermarono a guardare con il naso appiccicato sul vetro! Rimasi scosso della potenza della magia con le mie monete e del feeling che avevo con quelli oggetti argentei tintinnanti e incantati! Da quel dì non le ho mai più lasciate!
Quale è la difficoltà di scrivere un libro sulla monetomagia?
La monetomagia, o meglio la tecnica monetomagica è fatta di mille dettagli e di micromovimenti conditi di abbondanti microarticolazioni delle dita e dei muscoli, ecco per queste cose scrivere e far capire è sempre difficile. Ero consapevole di ciò sia da studente, per gli sforzi che compivo con monete in mano e libro per imparare, che da scrittore nel tentativo di far capire! Nel primo libro Morrittissimo feci ben 650 foto lato prestigiatore, per aiutare i discenti. Per migliorare lo stato delle cose in questi due nuovi libri ho deciso di fare, oltre le tantissime foto lato prestigiatore anche tanti QR code per mostrare le performance e le spiegazioni.
Infatti nel tuo libro ci sono codici QR per accedere ai video che sono ancor più esplicativi delle numerose foto presenti. E’ quindi pensato come un vero e proprio corso didattico?
Il libro primo di ogni cosa è un inno ad una filosofia di magia. La Magia con le monete e non per le monete! Vedendo le numerose performance sui media, ho notato un livello tecnico molto cresciuto, ma un livello di empatia emozionale quasi inesistente!
Inoltre moltissime routine che si vedono sono praticamente non fattibili in vita reale! Quindi nei due libri ho cercato di condividere e spiegare a piene mani, tecniche quasi sempre inedite, ma soprattutto ho voluto incastonare le tecniche in un discorso di fine emozionale delle nostre performance. Quindi anche il tutto non è articolato per gradi, il concetto di fondo è tecniche nuove spesso spendibili a 360° con persone in ogni lato e routine che avessero come fine ultimo l’esaltazione della magia e delle emozioni come fine prioritario.
Quale può essere un rischio scenico per chi fa monetomagia?
Di fare solo tecnicismi virtuosistici avulsi da ogni coinvolgimento magico ed emotivamente pregnante. Questo rischio da scongiurare nelle performance Live è proprio insito nella natura di questo libro.
Il suono delle monete, il suono della musica. La tua vita tra i suoni.
Si lo spiegavo nella prima domanda il motivo primario per cui l’oggetto “monete” mi ha subito rapito era proprio il tintinnio puro delle monete d’argento.
Cosa vuol dire per te fare un’esibizione di magia.
Esibizione di magia! Bella domanda. Intanto vuol dire andare in scena con qualcosa di plausibilmente spendili come fatto artistico! Io non farei mai un concerto facendo tecnica, scale e arpeggi! Sai che disgrazia per i poveri auditori. Purtroppo, molti prestigiatori, spesso obnubilati dal mondo social, soprattutto i ragazzi , pensano di poter fare uno spettacolo o una performance semplicemente sfoggiando gesti tecnici! Ecco per me ogni ambito va trattato in maniera diversa. Sui sociale 20 secondi di tecnica magari iper angolata ti danno visibilità! Dal vivo la stessa performance sarebbe disastrosamente deprimente, per performer e pubblico! Quindi nelle mie esibizioni di magia porto in scena me stesso, la mia caratteriali il mio personaggio le mie emozioni…le monete sono un mezzo , una scusa, per il mio fine emozionale e magico. La mia tecnica invece deve rimanere il più possibile celata….
Un consiglio per chi si avvicina a questa arte dello spettacolo.
Studiare studiare studiare…ma non solo tecnica! Studiare per arrivare ad un personaggio, studiare il mondo artistico esistente, studiare recitazione studiare dizione…. Studiare per arrivare a strutturare un numero magico… non per mettere in fila I effetto, II effetto, III ecc. Il pubblico dovrebbe , ridere , piangere , stupirsi…perdersi…
Un mio parametro del successo di una performance: se gli spettatore dicono alla fine dell’esibizione come complimenti “Sei velocissimo non vedo mai dove spariscono gli oggetti”, vuol dire che la performance faceva pena. Al contrario se affermano: “Che poesia mi ha rapito/ho pianto/riso/mi hai fatto sognare…. Ecco in questo caso allora abbiamo fatto centro.
Per informazioni https://www.jarrymagic.it/