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The Babadook

Ho cercato una recensione completamente ‘di parte’ di questo film senza trovarla. …Quale parte?…    La parte delle ragione.thebabadook

“The Babadook” è un film horror/drammatico del 2014 vincitore di parecchi premi prodotto in Australia (regia e sceneggiatura di Jennifer Kent).

Samuel è un bambino con problemi comportamentali e la passione per la prestidigitazione, tema che verrà spesso richiamato durante il film e solo un buon prestigiatore saprà coglierne le sfaccettature. Ad esempio, il poster del mago Howard Thurston, (1869-1936) nelle scene iniziali nella cameretta di Samuel, riporta, ben inquadrata, la scritta in basso a destra “Do the spirits come back?” che è ovviamente riferita a delle illusioni con le relative suggestioni. Lo spettatore medio, al contrario, non sa neanche chi è stato Thurston e forse per lui gli spiriti possono realmente tornare come di diritto in un film horror.

AmeThurston-The-Great-Magician-The-Wonder-Show-Of-The-Universelia, la mamma di Samuel, è segnata dalla morte del marito in un incidente stradale proprio mentre si recavano all’ospedale per partorire, quasi 7 anni prima, lo stesso Samuel. Il dolore rimane ma cambia nel tempo, Samuel è il ricordo di quel dolore incanalato ormai nella simbiosi mamma figlio.

Samuel è convinto che un’entità minacci lui e sua madre, l’entità si rivelerà anche alla madre attraverso un libro pop up preso dalla libreria di Samuel una notte per far dormire il piccolo, “The Babadook” e si impossesserà di lei fino a farla tentare di uccidere il figlio. Qui si potrebbe capire come un crisi depressiva omicida possa portare a vedere nel figlio la causa della morte del padre ed a questo punto il mostro Babadook una semplice suggestione.

Ma può una suggestione sollevare in aria i due protagonisti e fare minacce telefoniche?

Può far materializzare un libro distrutto per liberarsene?

Fatto sta che Amelia quando si reca dalla polizia per denunciare la telefonata ritrova Babadook anche nelle forma di un’impermeabile scuro di un poliziotto appeso al muro, scappa dalla centrale facendosi prendere per matta.babadook book

Non solo, Amelia per colpa del mostro non dorme e passa le notti davanti alla tv fino a ritrovare Babadook nei vecchi film di Georges Méliès.

Lo sfondo di magia aiuta a capire che è tutta un’illusione, ma appunto è più facile per i prestigiatori avvicinarsi a questa soluzione visto che, tra l’altro, sanno che Georges Méliès era un mago, uno sperimentatore degli effetti speciali, un puro illusionista.

Samuel si veste di tanto in tanto da prestigiatore con tanto di cilindro ed effettua piccole magie classiche, il semplice fatto di associare l’effetto alla tecnica aiuta ad associare il Babadook alle suggestioni.

meliesE’ certamente un caso che Mariano Tomatis abbia scritto nello stesso periodo “La magia dei libri” dove espone tecniche e storia dei libri animati, Mariano inizia ricordando come sia stato proprio un libro ad invocargli un fantasma e finisce il suo testo scrivendo come il libro stesso sia la palestra perfetta dove coniugare stupore e sovversione.

“The Babadook” non è altro che un libro magico che trasmette negatività a persone che già la vivono (a grande richiesta “The Babadook” è stato veramente stampato in sole 6200 copie, tutte vendute, anche questa è una magia).

Altri registi hanno provato ad illudere il pubblico nascondendo la logica tramite storie fantastiche, Cristopher Nolan con “The Prestige” (2006) utilizzò le leggende su Tesla per creare una trama che sebbene spiegabile con tecniche prestigiatorie classiche rimaneva fantastica (solo alcuni e tra questi molti prestigiatori hanno visto la possibile alternativa spiegazione logica).

Amelia si libera del mostro e lo scaccia al fine di proteggere Samuel e se stessa, Babadook si rifugia nello scantinato prendendo il posto dei cimeli del marito morto anch’essi causa dello stato d’animo dei due personaggi e delle fantasie che si erano creati.

Amelia e Samuel ritrovano la serenità esorcizzando le paure con un rito, nella scena finale si vede Samuel in giardino riempire un vaso di vermi, Amelia lo prende e da sola lo porta in cantina per cibare Babadook.

La psicomagia di Alejandro Jodorowsky (personaggio poliedrico molto caro anche ai mentalisti) spiega cosa sono questi riti ed il film “Ritual, una storia psicomagica” di Giulia Brazzale (2013) dedicato allo stesso Jodorosky mostra fino a che punto estremo possono arrivare.

Il genere horror per le emozioni che lascia è l’esempio di dove l’illusione cinematografica può arrivare e se credete che la magia non centri niente con i film horror pensate ad ogni volta che da mentalisti (parlo rivolto a loro) avete letto il pensiero o piegato mentalmente una forchetta sotto gli occhi di una persona impressionabile mentre esclamava: “Oddio, mi fai paura.. smettila dai..”

Pierfrancesco Panunzi
pierfra71@gmail.com

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