Un mago a “La Repubblica delle Idee”
Dal blog di Mariano Tomatis http://www.marianotomatis.it/blog.php?post=blog/20130605
Oggi l’illusionista è una figura demodé. Tra sculture di palloncini, fazzoletti sgargianti e colombe, la sua estetica evoca — al più — i passatempi dell’infanzia e le feste di paese. Come scrive David Metcalfe:
Quando uno pensa alla magia da palcoscenico, la metafisica speculativa potrebbe non essere la prima cosa che salta in mente. (1)
Il rilievo di Metcalfe nasce dal suo incontro con Max Maven, l’illusionista contemporaneo che — più di chiunque altro — ha elevato la magia secolare a una forma di arte moderna, mettendone in luce profondi risvolti filosofici e culturali. Maven è uno dei più prolifici teorici sull’argomento. In un articolo sul ruolo della magia nel contesto culturale statunitense, l’illusionista si rivolgeva con tono amaro ai colleghi:
Compaiono tre maghi nella lista che la rivista Forbes ha recentemente dedicato agli artisti americani più pagati. Tuttavia, quando poco dopo Newsweek ha dedicato la copertina ai cento personaggi più influenti sulla cultura americana, nessuno somigliava neanche lontanamente a un mago. Morale: sono disposti a pagarci ma non ad ascoltarci. (2)
Ci sono le premesse per riconoscere alla magia un ruolo nel dibattito culturale contemporaneo? Personalmente ritengo di sì.
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