Una mente prestigiosa di Luca Menichelli #recensione #review
“Il trucco è il processo attraverso il quale si rende possibile un prodigio, è la parte essenziale senza la quale non ci sarebbe l’effetto sperato, ma non rappresenta l’effetto stesso che è l’insieme tra presentazione, esecuzione e trucco (in senso stretto).” – già solo per questa frase andrebbe acquistato il libro di Luca Menichelli che spiega scientificamente il perché della nostra percezione visiva, limiti e pregi e di come ragiona il cervello umano, ma soprattutto sottolinea la cosa fondamentale della rappresentazione magica ovvero che non è solo sapere il segreto, anzi.
Un libro indispensabile per chi studia l’arte prestigiatoria, più di molti manuali dove si spiegano i numeri da portare in scena, perché con tono molto scorrevole quanto preciso viene spiegato come sia possibile “ingannare” il cervello umano e la percezione visiva.
Per quanto si sostenga che la “mano sia più veloce dell’occhio” in realtà sarà sfruttando le cognizioni che abbiamo su come funziona il nostro apparato visivo a determinare una tipologia di risultato. Certe nozioni ci potrebbero sembrare scontate, ma in realtà spesso ce ne scordiamo mentre dovrebbero essere sempre ben presenti in noi.
Non si pensi che questo sia un libro necessario solo a chi è appassionato di scienza e che non sia utile per una messa in scena perché è l’esatto contrario. Comprendendo non solo come noi (e quindi il pubblico) vede, ma l’importanza della direzione del nostro sguardo, di come il cervello operi nel riconoscere forme, o “sbagliare” sulle dimensioni di un oggetto sono tutti strumenti necessari per essere un perfetto performer.
Dopo l’introduzione del professore Aristide Saggino e una prefazione del prestigiatore (una definizione relativa per lui dati i molti campi di interesse) Alex Rusconi, si passa a una breve parte storica che “riassume” l’evoluzione e il cambiamento nei secoli dell’arte magica e alle a due, importantissime, sezioni che riguardano la visione e la percezione e i meccanismi psicologici dell’inganno.
Menichelli porta come esempi chiarificatori alcuni effetti magici spiegandone parzialmente i meccanismi, ma attenzione non è uno svelamento di trucchi pubblico, ma una necessità dovuta alla completezza dell’analisi del fenomeno scientifico che sta analizzando.
Inoltre, questo è un testo realmente per addetti al settore perché molto specialistico anche se, torno a ripetere, comprensibile e alla portata di tutti.
Se alcune cognizioni possono essere conosciute da molti come il funzionamento del nostro apparato visivo o il termine “bias” (spesso utilizzato a sproposito) qui troveremo però non solo un approfondimento, ma anche come tali fenomeni possono essere impiegati nel nostro operato scenico, come si possa sfruttare a nostro vantaggio la prospettiva, il punto di vista dello spettatore, come il nostro cervello vada a “ricostruire” ciò che vediamo anche ricreandolo o riempiendo i “buchi” oppure che selezioni ciò che è importante si veda e memorizzi.
Tecniche molto utili anche per chi pratica l’arte scenica del mentalismo perché, come si sottolinea in questo libro con chiari esempi, sono i sitter che spesso (applicando anche il concetto alla base dell’Effetto Barnum) a dare le risposte che aiuteranno nella lettura e di come personaggi come Geller o Rol abbiano potuto usufruire di queste conoscenze per la loro carriera.
Genetica, evoluzione, scienza, tutto entra in ballo in questo prezioso libro che spero sia il primo di una serie con approfondimenti anche dei temi qui trattati perché sono davvero molti ed è incredibile come l’autore sia riuscito a condensarli in maniera così chiara ed agevole.
Un testo da studiare in maniera approfondita.
Di Luca Ramacciotti