Una mini serie su DMax per riscoprire la vita e le avventure di Houdini
Il premio Oscar Adrien Brody interpreta il famoso illusionista indagandone il lato più umano e nascosto
Non voleva essere un illusionista. Troppo poco. Voleva essere un artista della fuga, il genio delle sfide impossibili e mortali, l’inventore dell’escapologia.
Questo era Harry Houdini (1874-1926) il “mago” più famoso del suo tempo e forse della storia. Un personaggio eccezionale sotto molti punti di vista. Viveva di illusioni ma era profondamente razionalista, contribuì a svelare gli inganni dei medium ciarlatani. Pur essendo un girovago per vocazione era legatissimo alla famiglia, adorava la moglie -Bess Rahner- e venerava la madre Cecilia (rimasta presto vedova). Fu probabilmente una spia al servizio del governo Usa che usava i suoi spettacoli in Europa a scopi di intelligence ma, per altri versi, una persona di specchiata trasparenza. Tutte queste caratteristiche del personaggio emergono bene nella mini serie intitolata proprio Houdini, in onda oggi, mercoledì 7, e domani alle ore 21 e 10 su DMax (Digitale terrestre canale 52, Sky 136-137).
La serie, prodotta da History Channel, vanta la regia di Uli Edel (nomination all’Oscar 2009 con La Banda Baader Meinhof) e ha come protagonista il premio Oscar Adrien Brody (per Il pianista di Roman Polanski). In quattro ore, con largo spazio ai numeri di illusionismo (tra i consulenti c’è David Copperfield) che hanno reso famoso Houdini come la vasca d’acqua o la fuga dalla cassaforte, questo lungo film per la tv fa emergere l’uomo che stava dietro il mito. Come ha spiegato Brody, che ha dato al personaggio una vena dolce e malinconica, Houdini “Ha padroneggiato l’arte della fuga, non solo dalle catene fisiche ma dalla povertà”. Sì perché Houdini, il suo vero nome era Erik Weiss, nacque in ungheria figlio del rabbino Mayer Samuel Weiss. Il padre si trasferì negli Usa, a capo della piccola comunità ebraica di Appleton nel Wisconsin.
Non fu un successo, l’anziano religioso non riuscì mai a padroneggiare bene l’inglese. La famiglia finì sballottata a New York ma Erik-Harry aveva già scelto un’altra strada. Affascinato dagli spettacoli dei saltimbanchi girovaghi aveva iniziato ad impratichirsi di prestigio e studiava assiduamente l’autobiografia di Jean Eugène Robert-Houdin il più famoso illusionista francese del XIX secolo (dal quale mutuò il suo nome d’arte). Iniziò così a procurarsi da vivere con piccoli spettacoli di illusionismo e con una sorta di circo itinerante con tanto di donna barbuta. La svolta arrivò quando iniziò ad evadere da vere prigioni o dalle camicie di forza. Tutto merito della capacità di Houdini di nascondere grimaldelli in ogni dove (anche ingoiandoli), oppure di slogarsi entrambe le spalle per uscire dalle camicie di forza). Tra i suoi numeri più famosi anche la capacità di resistere a terribili colpi allo stomaco. Non era nemmeno quella magia. Moltissimi esercizi agli addominali ed una speciale tecnica di concentrazione. Ma era un giochetto pericoloso. E fu questo ad ucciderlo. Guardate la serie per scoprire come
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