Valzer per un Mentalista #Recensione #Review
Premessa doverosa. Il teatro è solo dal vivo. Questo è un assunto insindacabile.
Da quando è iniziata la pandemia e le porte dei teatri sono state serrate le attività online si sono sviluppate e moltiplicate con i pro e i contro. Chi le detesta e chi le ama o le ritiene necessarie. Streaming o conferenze sono una possibile realtà? E se sì come utilizzarle? Quanto c’è di teatro e quanto di televisivo?
Davide Calabrese e Fabio Vagnarelli (complice la regia di Marco Lorenzi il visual concept e luci di Eleonora Diana e le musiche di Giorgio Tedesco) hanno tracciato una strada che non è né teatro live, né streaming, ma un mondo a parte che intelligentemente affronta le problematiche del momento e, a mio modesto parere, ha creato qualcosa di nuovo che farà parte della storia dello spettacolo.
L’organizzazione dello streaming è perfetta, lo spettatore è seguito passo-passo ed aiutato nelle varie problematiche che si potrebbero presentare (a esempio a me Firefox non permetteva di visualizzare lo streaming a differenza di Chrome).
Stasera (21 gennaio 2021) il primo spettacolo in replica fino al 31.
Ma di cosa tratta “Valzer di un mentalista”? Credo sia impossibile farne una recensione lucida al di là della storia narrata (un 1919 che in realtà si sfuma nei costumi quasi atemporali e in una stanza che potrebbe anche essere moderna) perché appena il carillon iniziale si interrompe (una Traviata che pare una canzoncina infantile di rimembranza “argentiana”) inizia una serie di cortocircuiti rumorosi misti a blackout che ricordano molto il mondo di Lynch verso le stanze dove vivono le entità che ci dominano. E quale entità maggiore potrebbe dominarci se non la perdita della propria identità? Della memoria? Del luogo teatrale che diviene ospedale in un gioco continuo di specchi?
Un monologo iniziale di Vanni che si scinde subito in un dialogo con il pubblico che può interagire attraverso la chat sottostante il video (e sarà chiamato in ballo più volte a compiere scelte quindi non una visione passiva, ma come se si fosse presenti in sala e qui sta la grossa novità).
Quello che appariva pochi secondi prima normale diviene subito mistero e magia con Vanni che viene afferrato e rapito al di là del sipario. Ed eccoci come novelli Alice anche noi attraversare lo spazio, condividere le angosce del protagonista (Nemo), la sua lotta con Edi, le speranze che la dottoressa Martha ci infonde. Nel partecipare all’interazione abbiamo paura che Nemo sbagli, si riperda nella sua mancanza di memoria, resti chiuso nell’ospedale (o in un teatro vuoto?) per cui noi che giochiamo da casa è come se si fosse accanto a lui partecipanti e trepidanti.
Ombre, porte scorrevoli, suoni, musica concreta, proiezioni, un labirinto che forse non ha un’uscita o forse sì. Lo spazio si allarga e si chiude, si frammenta, freak o animali antropomorfi o psicopompi che si affastellano su sensazioni ed emotività tutto frullato in un gigantesco gorgo dove la memoria diviene sempre più preponderante e presente.
L’importanza della memoria nella e della società.
Tutto si moltiplica, ci si perde nelle varie realtà e personalità per poi tornare sul suono del carillon iniziale. E il protagonista accetterà il suo ruolo.
Presenza scenica dei tre protagonisti notevole (Vanni De Luca, Andrea Germani e Romina Colbasso). Inoltre, non avendo un pubblico fisico innanzi (il protagonista si ricorderà di essersi esibito davanti a persone vestite elegantemente) devono spezzare l’attenzione attoriale nel rivolgersi ad un pubblico virtuale che scrive. E questo non è semplice per cui un applauso maggiore.
Per maggiori informazioni e prenotazioni cliccare sul seguente link 21-31/1/2021, Online, “Valzer per un mentalista”